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Marzullo: «Dalle mie interviste ho imparato che più le persone sono grandi e più sono umili»

Al CorSera: «Ora si parla molto della vita privata. Io ho cominciato a fare domande personali a Gianni Letta e a Paolo Rossi quando non le faceva nessuno».

Marzullo: «Dalle mie interviste ho imparato che più le persone sono grandi e più sono umili»
Mc Roma 09/06/2023 - photocall Rai Day Time Estate / foto Mario Cartelli/Image nella foto: Gigi Marzullo

Sul Corriere della Sera un’intervista a Gigi Marzullo. Domani compie 70 anni. Racconta i suoi ricordi con il padre Gerardo («al mare, l’unico momento in cui si dedicava a noi 24 ore su 24, in alcune pensioni tra Maiori e Paestum. Stavo sempre sotto l’ombrellone») e della madre Angela Dora («quando passeggiavamo amava molto socializzare con le altre signore, mentre io la tiravo per un braccio perché non mi volevo fermare»). I genitori di Marzullo erano entrambi maestri.

«Come mio nonno Vincenzo: mi insegnò lui a leggere a scrivere e saltai la prima elementare. Mi accompagnava per mano a scuola: prima ci fermavamo nel Bar Lanzara a comprare una sfogliatella».

Suo fratello Enzo è morto nel 2002.

«Aveva otto anni meno di me ed era molto più bravo: si era laureato in Lettere in tre anni e una sessione. È mancato nel 2002, a 41 anni. Stavo seguendo il Festival di Sanremo e Del Noce mi mise a disposizione un’auto per tornare a Roma di notte. Fu Antonella, ai tempi la mia fidanzata, ad accompagnare mio padre e mia madre a casa sua perché non rispondeva al telefono: lo trovarono chino sulla macchina per scrivere».

Con Antonella De Iuliis si è sposato solo nel 2018, dopo 20 anni di fidanzamento. Gli ha fatto da testimone Adriano Galliani.

A quale programma è più affezionato? Marzullo:

«A Mezzanotte e dintorni e Sottovoce. Ora si parla molto della vita privata, ma io ho cominciato a fare domande personali a Gianni Letta e a Paolo Rossi, il calciatore, quando non le faceva nessuno».

I suoi genitori erano orgogliosi?

«Mai come quando mi sono laureato in Medicina, ben oltre i 40 anni. Lì mi hanno voluto ancora più bene. Mia madre continuava a pagarmi le tasse di iscrizione perché non voleva che mollassi».

Se sta male si cura da solo? Marzullo:

«No, chiamo il medico, anche se ho l’abilitazione. A me piaceva psichiatria. Di tanto in tanto vado a Villa dei Pini, ad Avellino, dove uno dei proprietari era mio compagno delle elementari, e parlo un po’ con i pazienti. Da poco una ragazza mi ha riconosciuto e mi ha chiesto come fare per andare ad Amici…».

Parliamo delle sue interviste: chi le ha dato più soddisfazione? Marzullo:

«Più l’intervistato si apre, più regala ricchezza e io cerco di essere all’altezza. Carlo Freccero diceva che ero più bravo con le donne che con i maschi. Non è vero. Da poco mi ha colpito Giorgio Parisi, per la semplicità e umiltà».

Chi l’ha commossa?

«Glenn Ford: disse che il mio vero lavoro era quello di psichiatra».

Chi l’ha sorpresa?

«Richard Gere. Gli rimasi talmente impresso per le domande che la sera, alla presentazione del suo film, quando mi vide si mise a giocare con me con la sua sciarpa: mi fece fare un figurone davanti a tutti».

Di chi è diventato amico?

«Di Pavarotti. Mi raccontò il suo amore per Nicoletta».

Cos’ha imparato da tutti?

«Che è molto più difficile rispondere alle domande, come sto facendo io adesso, che farle. E che più le persone sono grandi e più sono umili».

Marzullo continua:

«Fanny Ardant la convinsi per sfinimento. Alda Merini, invece, era gelosa dei miei sguardi alle donne più giovani!»

Di una donna, durante un’intervista si innamorò: Delphine Forrest.

«È l’unico amore nato da un’intervista. Dopo l’incontro andai a trovarla a Parigi, poi venne lei a Roma. Quando le mandai la cassetta con la registrazione le feci una sorta di dichiarazione d’amore: meno male che i genitori non capivano l’italiano e non se ne accorsero, quando la videro».

Ci sa fare con le donne! Marzullo:

«Sì, mi viene dalla provincia. Ad Avellino c’era una tale competizione: di belle ragazze ce n’erano trenta, di spasimanti tremila».

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