Al CorSera: «Ho sentito un dolore fortissimo al petto e ho avuto la lucidità di fermarmi perché non riuscivo a respirare. Sono un uomo fortunato».

Massimo Mauro racconta al Corriere della Sera l’infarto che lo ha colpito durante una partita a padel, circa dieci giorni fa. Si è sentito male mentre giocava, è strato portato all’ospedale di Catanzaro e operato di urgenza per un’angioplastica.
«Sono un uomo fortunato».
Mauro ha visto la morte da vicino. Ora sta bene.
«Faccio controlli con regolarità, ultimamente anche con maggiore frequenza. Mia sorella è morta per un cancro all’intestino e sono inserito in questo screening, ho avuto il Covid e mi sono beccato una brutta polmonite, il colesterolo era un po’ alto e quindi lo controllavo e facevo visite cardiologiche. Insomma, tutto mi sarei aspettato tranne l’infarto. Era scritto così. Ma le ripeto, sono un uomo fortunato. Ci sono tre cose in particolare a cui penso continuamente da quel giorno… Ho avuto la lucidità di fermarmi; con me c’era un amico che conosce il primario dell’ospedale di Catanzaro; l’ambulanza è arrivata in sette minuti».
Mauro racconta di avere uno stile di vita sano e di aver smesso anche di fumare da 15 anni.
«Non fumo più da 15 anni, fumavo quando giocavo. Anche un pacchetto al giorno. O forse meno, visto che Platini rubava le mie sigarette!».
Racconta il momento in cui si è sentito male.
«Un dolore fortissimo al petto, mi sono fermato perché non riuscivo a respirare. Non ho pensato a nulla, speravo soltanto che passasse in fretta. Il mio amico invece è stato tempestivo e ha chiamato i soccorsi. Cinque minuti dopo essere arrivato in ospedale ero già in sala operatoria. In ambulanza, sì, mi sono passate tante cose per la testa. Anche l’infarto, speravo facessimo in fretta…».
Riprenderà a giocare a padel? Mauro:
«Spero di sì, non ho avuto l’infarto perché stavo giocando. I medici mi hanno spiegato che l’arteria era completamente ostruita, poteva capitarmi mentre ero da qualsiasi altra parte. Quindi ringrazio Dio che ero in quel campo e in compagnia dell’amico giusto. E sarò riconoscente a vita ai medici che mi hanno salvato. A quelli che si avvicinano a questo sport dico che non bisogna esagerare, che dopo tre game bisogna fermarsi perché le pulsazioni aumentano notevolmente. Forse, sarà meglio riprendere prima a giocare a golf, alla mia età è più adatto!».
La paura è passata? Mauro:
«È più forte la felicità di poter parlare, sorridere, raccontare. No, ora non ho paura. So però che dovrò controllarmi con più scrupolo. La fortuna non bussa mica sempre».