Al via i Mondiali di nuoto: «Il mare ti forma, ne esci diverso, a me ha aperto la mente, mi ha reso più flessibile nella tecnica»

Al via i Mondiali di nuoto in Giappone. Repubblica intervista Gregorio Paltrinieri capitano della Nazionale. Nuoterà in vasca e in mare.
«L’importante per me è esserci, nuotare e continuare a imparare».
Ancora?
«Sempre. Non sono lo stesso di sette Mondiali fa: esordio bruttino a Shanghai 2011, poi sempre sul podio ai campionati. Cambiato io e la mia nuotata, non più irruente e dispendiosa come quando stavo con Stefano Morini a Ostia, non me lo posso più permettere. L’età avanza, cerco l’efficienza spendendo meno con Fabrizio Antonelli a Roma, cilavoriamo da tre anni. La mia evoluzione non si ferma e anzi è ripartita dalle Olimpiadi di Tokyo».
Come?
«Scoprendo risorse e forze interiori che non sapevo di avere. Ai Giochi ci arrivai dopo la mononucleosi, impreparato e terrorizzato. Non ero abituato a non essere perfetto. Per la matematica e la scienza, ero spacciato. Ho dovuto attingere altrove. Argento negli 800 e bronzo nella 10 km. Rimane un po’ di rimorso per aver perso un’occasione incredibile, mi sono odiato e sentito in colpa per essermi ammalato. Ma sono state le gare più belle della mia vita, un punto di svolta, atterrando a Tokyo una decina di giorni fa ci ho ripensato e mi sono emozionato. È cambiata la mia concezione dell’angoscia, da allora non ho più paura di niente».
Il fondo allena all’imprevisto.
«Il mare ti forma, ne esci diverso, a me ha aperto la mente, mi ha reso più flessibile nella tecnica, nella gestione della fatica e delle emozioni. Non andrebbe detto ai ragazzi che ho fatto dei buoni Giochi senza allenarmi, perché bisogna prepararsi tanto, ripetere il gesto come Agassi con la pallina».