ilNapolista

Pavoletti: «Se siamo in A il merito è di Ranieri. Ha un tocco magico. La sua dote migliore è l’umiltà»

Alla Gazzetta: «L’allenatore che mi ha dato di più è Gasperini. Al Genoa mi ha fatto diventare Pavoloso, scopre in te qualità che poi metti in campo»  

Pavoletti: «Se siamo in A il merito è di Ranieri. Ha un tocco magico. La sua dote migliore è l’umiltà»
Ci Bari 11/06/2023 - play off serie B / Bari-Cagliari / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: gol Leonardo Pavoletti

La Gazzetta dello Sport intervista Leonardo Pavoletti, l’eroe della promozione in Serie A del Cagliari grazie al suo gol nei minuti di recupero contro il Bari, l’11 giugno scorso. Pavoletti ricorda quel momento:

«Mi rivedo fuori dal San Nicola con la mia birretta. E pensavo alla notte di Venezia dell’anno scorso. Si piangeva, increduli per una retrocessione assurda e ora, invece, si era in festa per un popolo al quale sono legato dal 2017. Di gol nel finale ne ho fatti, col Varese, ai playout di C, al Genoa contro il Sassuolo, ma questo è un’altra cosa. Anche se io ho fatto l’1%: pochi minuti, un pallone e gol, ho cercato di capire dove andava il cross messo da Zappa. Ma senza il 99% fatto da altri non sarebbe accaduto».

Pavoletti racconta:

«Il presidente Giulini mi ha detto alla fine della partita di Bari che sentiva che l’avrei risolta io, e lo aveva detto a Muzzi e Pisacane. Le aggiungo: la mattina della partita l’ex ds Capozucca mi scrive “Ho sognato che fai gol”. E’ successo».

Pavoletti parla del suo grande legame con la città e i tifosi e anche di Gigi Riva.

«Il fatto che abbia parlato di me è un orgoglio enorme. Rispetto la sua privacy, ma se un giorno me lo concede, corro a piedi da lui».

Su Claudio Ranieri:

«Se il Cagliari è in A il merito è tutto suo. Completamente suo. Abbiamo un rapporto umano fantastico. Dopo un mese che era da noi ci siamo resi conto del suo tocco magico. La dote principale è l’umiltà».

Il tecnico che gli ha dato di più, invece, per Pavoletti, è Gasperini.

«Gasperini. E’ quello che al Genoa mi ha fatto diventare Pavoloso. Scopre in te delle qualità che poi metti in campo. Cito anche l’umanità di Semplici».

Pavoletti parla di alcuni dei suoi compagni: Lapadula, Nandez, Luvumbo, Dossena e Oristano:

«Lapa è bravo. Siamo diversi, ma ora possiamo giocare insieme. Fatto un gol ne vuol fare subito un altro. Ha fame. Nandez è un cavallo, non va ingabbiato. Non so come abbia fatto a stare in B, è fortissimo. E non so perché una big non lo abbia preso. Zito è cresciuto. Se ti punta non sei felice, può farlo anche in A. Di Dossena mi stupisce la concentrazione che a pochi ho visto. Oristanio ha una gamba frizzante, sembra Bernardeschi. Dobbiamo credere di più nei settori giovanili. Il calcio italiano ha perso un po’ di identità».

Cosa serve ora al Cagliari in A? Pavoletti:

«L’equilibrio. E l’entusiasmo della città. Poi Ranieri rende tutto magico e c’è Bonato, un bravo ds. Obiettivo salvezza».

Allora Pavoletti resta?

«Ogni anno dico vado, non vado, e invece l’amore è troppo forte. Ora è difficile andar via, forse per sempre. Ma voglio ancora giocare e divertirmi».

ilnapolista © riproduzione riservata