Alla Gazzetta: «Giuntoli è una persona seria, capace, competente. E poi mi piace perché è uno che parla poco. La Juve ha preso il migliore».
La Gazzetta dello Sport oggi intervista l’ex commissario tecnico dell’Italia ed ex allenatore della Fiorentina, Cesare Prandelli. Conosce molto bene Dusan Vlahovic dai tempi della viola ed esclude che rinuncerebbe mai a Dusan per Lukaku, perché, dice: «tecnicamente Vlahovic è indiscutibile». Anche se nell’ultima stagione non è andato benissimo. Prandelli ne parla:
«Ha avuto un sacco di problemi fisici. Poi una punta come Dusan deve giocare per finalizzare… Vlahovic ha una caratteristica chiara: sa fare gol. E quindi la squadra deve servirlo meglio. Dusan sente la porta, ha un mancino fantastico, una profondità incredibile. E attacca l’area con i tempi giusti. Se hai uno così, lo devi servire per finalizzare l’azione. È un capitale e io lo valorizzerei».
E poi, aggiunge Prandelli, c’è un altro ragionamento da fare, legato all’età.
«Dusan ha 23 anni, Lukaku 30. Vlahovic in prospettiva può diventare più forte del belga».
Prandelli parla anche di Bonucci finito fuori rosa alla Juventus.
«E’ sempre spiacevole vedere fuori rosa uno che ha vinto 8 scudetti e scritto la storia della Juve. Nell’ultima stagione hanno avuto tanti mesi per parlarsi e programmare: non capisco perché non si sia potuto arrivare a un finale diverso per tutti».
Su Giuntoli alla Juve:
«La storia dimostra che Giuntoli è una persona seria, capace, competente. E poi mi piace perché è uno che parla poco. La Juve ha preso il migliore».
Prandelli parla della Serie A e in parte di mercato:
«Il Milan si sta muovendo con le idee chiare. Ha cambiato molto, ma nei tempi giusti per consentire a Pioli di lavorare al meglio. Chukwueze, LoftusCheek e Pulisic sono tutti potenzialmente forti. L’Inter? Proseguire con Inzaghi per il terzo anno è un vantaggio: dover cambiare due-tre ruoli specifici, come ad esempio quello del portiere e della punta, è più semplice in un contesto già definito. E Frattesi è un ottimo acquisto. Mi aspetto tanto pure da Lazio e Roma, ma la squadra da battere per lo scudetto resta il Napoli».
Qualche tentazione araba è arrivata anche a Prandelli?
«Sì, come a tutti. Ma non torno in panchina, nemmeno in Arabia. Valuterei soltanto un ruolo da direttore tecnico».