Al Corsera il bomber che fece innamorare Firenze. «Ho guadagnato bene ma quanto oggi in 2-3 mesi, quindi bisogna tornare a lavorare»
Christian Riganò bomber della Fiorentina quando i Viola furono costretti a ripartire dalla C2. Un idolo a Firenze. Oggi fa il muratore. Lo intervista il Corriere della Sera. Che ricorda: “su un muro a Firenze c’è ancora scritto: «Dio perdona, Riga-no!»”.
«Due cose so fare nella vita: i gol e il muratore. Così, dopo aver smesso di giocare, sono tornato a fare il mio mestiere: mi piace e ne vado orgoglioso».
Riganò, bomber di un calcio che non c’è più, ha segnato oltre 300 gol in 520 partite, ovunque: dalla seconda categoria alla serie A. Ha fatto tutta la gavetta, fino a sfiorare la Nazionale. Ma è rimasto sempre lo stesso ragazzo, che, a Lipari, faceva il manovale tutto il giorno e la sera andava ad allenarsi. Fino a quando, un giorno, il suo sogno di arrivare nel calcio dei grandi si avverò all’improvviso: «Ero al Taranto. Mi chiamò Giovanni Galli, chiedendomi di andare alla Fiorentina, che era finita in C2 dopo il fallimento di Cecchi Gori — racconta Riganò —. Alla prima telefonata riattaccai, pensavo fosse uno scherzo».
«E ora lo so, lei mi chiederà che ci faccio qui… Giusto?». Giusto. «Diciamo che avevo lasciato questo mestiere a tre quarti, nemmeno a metà — racconta il bomber —. Io sono questo: amo costruire e riparare le cose. Così, non avendo avuto chiamate per allenare sono tornato a fare il mio lavoro».
«Prevedo anche la sua prossima domanda — sorride Riganò —. Sì, ho guadagnato bene e ne sono felice. Nella mia intera carriera, però, ho incassato quanto molti giocatori di media fascia oggi guadagnano in due tre mesi. Così, poi, bisogna tornare a lavorare».