Il rimpianto c’è: per le sei palle break non sfruttate, per i due set-point falliti, per il doppio fallo nel tie-break del terzo set mentre conduceva 3-1

Sinner ha perso in tre set da Djokovic a Wimbledon. Repubblica si sofferma sui soli dieci punti in meno anche se – va ricordato – che nel tennis uno non vale uno. Ci sono punti che pesano più di altri. E in quei momenti Sinner è sempre venuto meno. Scrive Repubblica:
Il rimpianto, dunque, c’è. Perché Sinner ha capito di essere lì, a un niente dal traguardo. «Ho visto i numeri: Nole ha fatto dieci punti più di me. Se ne avessi fatti cinque io come sarebbe finita?». L’analisi, per essere onesti, diventa di tipo psicologico. Perché lo zero di Jannik Sinner nella casella delle palle break avute (sei), spiega la sconfitta, mentre conferma come Djokovic abbia saputo fronteggiare i suoi momenti difficili. In quelle sei chance c’erano anche due set point, per dire. Invece, a voler essere cattivi e mettere il dito nella piaga, nel tie-break che conduceva 3-1, Jannik ha regalato un doppio fallo consegnandosi praticamente all’avversario. Quindi solo un Freud, oppure un mental coach sportivo potrebbe spiegare questo, e anche i crampi venuti ad Alcaraz a Parigi mentre affrontava Djokovic. Il punto è che i freddi numeri ribadiscono il quasi equilibrio, e quindi «il rimpianto c’è. Certo che c’è».