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Spalletti: «è da poveri dire che vado alla Juve perché c’è Giuntoli. Basta col “calcio è facile”»

Imperversa, ieri sera era a Sky: ha punzecchiato Allegri, ha elogiato Giuntoli e ha detto che è felice per lui. Il suo futuro? Valuterà da dicembre in poi

Spalletti: «è da poveri dire che vado alla Juve perché c’è Giuntoli. Basta col “calcio è facile”»
Mg Torino 19/03/2023 - campionato di calcio serie A / Torino-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Spalletti, Spalletti, fortissimamente Spalletti. Mai aveva parlato tanto in vita sua, e sì che ama parlare. L’ex tecnico del Napoli imperversa, è ovunque. Ieri era allo Speciale Calciomercato di Sky, in diretta dalla sua Certaldo. Ha toccato vari argomenti, tra cui il suo futuro e l’idea di calcio.

Anno sabbatico

Anno sabbatico? Ve lo siete inventato voi e ve lo portate avanti voi, ho detto che avevo bisogno di tirare il fiato e delle cose da sistemare. Mi ci vuole un po’ di tempo, poi vedrò quello che mi passa davanti e valuterò le cose di cui ho bisogno. Avevo bisogno di stare fermo e imparare dagli altri allenatori. Ma non mi assomiglia il concetto di anno sabbatico, non è che si possa dire se l’anno prossimo rientrerò. Le esigenze cambiano, si viene attratto da altre cose. Per il momento si rimane fuori, poi più avanti, verso dicembre-gennaio, si farà la postura adatta per fare l’allenatore dentro lo spogliatoio“.

Inoltre ha spiegato: “Prossima avventura? Ci vuole sempre la passione del gioco, del pallone. Non è detto che per forza si vada a cercare cose eccezionali. Mi serve emozionarmi, cerco il sentimento, al di là del livello. A Napoli mi hanno dato una gioia immensa, nonostante sia stata grande la cosa che abbiamo fatto, non c’è grandezza che possa meritare la gioia che mi hanno dato. Impossibile ricambiare la gioia che mi hanno dato, difenderò sempre il Napoli”.

Giuntoli e la Juventus

Lo sa da solo come fare, è uno come me, un po’ più giovane, ma che è partito dai tornei rionali e per arrivare ad essere direttore della Juventus bisogna esibire una qualità, un carattere, una conoscenza della professione totale e lui è uno di quelli, che la conosce tutta la storia del suo mestiere. Conosce tutto quello che deve andare ad organizzare anche per una società importante come la Juventus. Sono felice per lui, si merita di essere in questo ruolo e in questa posizione in cui è.

La Juventus, lei ha risposto che ora non è il momento di fare queste chiacchiere.

“È chiaro che quando si vuole bene a qualcosa bisogna dare ascolto al sentimento e alle cose che fanno piacere a chi vuoi bene. Non si può fare un torto a chi ti vuole bene. È una domanda troppo difficile a cui rispondere ora: e chi dice che andrà alla Juve perché ora c’è andato Giuntoli… è una equazione da poverissimi, da chi non ha argomenti”.

Lo rispondo anche a lei e lo dirò anche a quelli che me lo domanderanno dopo perché mi faranno tutti la stessa domanda. Quando si ama qualcosa in maniera forte, poi è chiaro che bisogna anche andare ad avere attenzione a non fare del male alle cose che ami e a cui vuoi bene. Ci sono dei ragionamenti da fare. La Juventus comunque ha un grandissimo allenatore che è Allegri, un grandissimo direttore, una grandissima squadra. Anche se cambieranno rifaranno la squadra forte, hanno ambizioni forti e faranno i risultati che merita la Juventus. È un modo di dire semplice per creare un po’ di colore. 

Dopo dove mi vedo in Italia o all’estero? Non lo so, bisogna vedere come arrivo dopo aver consumato quello di cui penso di aver bisogno. Posso rimanerci anche deluso dal restare a casa, dopo un po’ forse penserò che era meglio quello che vivevo prima. L’amore per questo sport ha condizionato la mia vita, i video da vedere alla squadra e l’obiettivo che vuoi andare ad acchiappare è importantissimo. Da lì si vanno a trovare nuove soluzioni per la squadra che ti possono determinare una vittoria in più. Sky in questo è stata fondamentale, avete portato le tribune dietro al divano di casa nostra e lo spogliatoio nei salotti.

Le parole indirizzate ad Allegri.

 Non bisogna dire solo il calcio è facile, quest’anno chiacchiero anche io qualche volte in televisione. Bisogna vedere se va bene il calcio è facile e basta o dobbiamo scegliere qualcosa di più moderno, di più innovativo che c’è sempre in tutte le professioni ”.

L’elogio a Italiano.

Sa benissimo qual è il suo mestiere, sa benissimo che cosa ci vuole per diventare una squadra che possa piacere ad un pubblico di palato fine come quello viola. Un allenatore che gioca al risparmio sono convinto che non piacerebbe. Ora lui si incolpa di andare troppo di là? Ma togliere è facile, il problema è metterci e lui ci ha messo tante cose dentro questa Fiorentina. È il mio pensiero. Da ex giocatore della Fiorentina, da persona a cui sta a cuore la città da un punto di vista calcistico, storico ed emotivo dico che a me piace Italiano come allena e come interpreta il calcio“.

Da cosa giudico un calciatore? Lo giudico per il carattere, poi è ovvio che deve avere la qualità. La partita è una scatola vuota che deve riempire, che la riempie di più è il calciatore più bravo. Ci sono giocatori che rimangono 15 volte in fuorigioco in una partita, bisogna riuscire a stimolarli. Kvara salta molti uomini, e va bene come qualità, però se ci smette anche i recuperi e i contrasti e le sparate in fase difensiva, diventano vantaggi importanti. Si va a cercare un calcio più moderno e senza ruoli. Di Lorenzo è quel qualcosa in più che completa, lui è il calcio moderno.

A chi ho dedicato l’ultima frase del mio diario? Va a questa città e questo pubblico. Non c’è bellezza che possa restituire quello che mi hanno dato. Mi hanno fatto sentire davvero come è impossibile possa meritarsi una persona. A Maradona sarà stata mille volte in più, immagino solo quello che è potuto essere. Mi resteranno sempre nel mio cuore, porterò questo tifo e questo pubblico sempre con me. Difenderò sempre Napoli, lo merita. E’ una città incredibile, è una conoscenza continua. Mi sono fatto due anni di università di vita a Napoli, ho conosciuto situazioni bellissime. Spesso se ne parlava dentro lo spogliatoio, i tifosi sono stato l’asse trainante degli stimoli per giocare le partite”.

 

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