Stagione disastrosa, due podi in dieci gare, la Ferrari è un tir, pessima gestione dei piloti. Eppure lui è fiducioso, la colpa è sempre del passato
Frederic Vasseur è l’astro nascente della politica italiana. L’Italia gli conferisca subito un incarico, uno così è meglio non farselo scappare. Erano anni che non assistevamo a uno spettacolo del genere. Al confronto Gabriele Gravina – numero uno della Federcalcio – è uno che parla chiaro ed è in grado di assumersi le proprie responsabilità. Abbiamo deciso: se torniamo a nascere, vogliamo essere Frederic Vasseur. Il suo ruolo è: Team Principal e General Manager della Ferrari. Meno male che all’ingegner Forghieri è stato risparmiato lo strazio della stagione 2023. È lì, nell’alto dei cieli, e molto probabilmente la domenica neanche risponde a chi lo invita ad assistere ai Gran Premi.
Fin qui la stagione della Ferrari non è disastrosa. Di più. È stata fallimentare. Per molto meno, ma molto molto meno, Binotto è stato crocifisso e mandato al rogo. Con Vasseur sulla tolda di comando, la Ferrari in dieci gare è salita la miseria di due volte sul podio, sempre con Leclerc: una volta secondo e una terzo. Il povero Sainz al massimo quarto. Nella classifica costruttori la Ferrari è quarta, persino alle spalle dell’Aston Martin. Non solo ma in questo sfacelo è stata pessima anche la gestione dei piloti che vengono amministrati così come è messa a punto la Ferrari (cioè da schifo) e si detestano. L’atmosfera tra i due è irrespirabile ma siamo ben lontani dal tragico litigio tra Villeneuve e Pironi. Almeno lì era in ballo il titolo mondiale. Leclerc e Sainz si detestano per due briciole.
In un simile scenario apocalittico, si staglia maestosa la figura di Vasseur che – superando di gran lunga i rappresentanti del governo italiano in piena emergenza Covid – rilascia dichiarazioni da far impallidire Chance il giardiniere. Oggi, dopo il disastro di Silverstone (Leclerc nono, Sainz decimo), ha dichiarato:
«Abbiamo avuto dei problemi già venerdì quando non siamo riusciti a fare la simulazione di gara con Leclerc e non abbiamo quindi avuto parametri, poi il degrado delle gomme soft si è rivelato più lento del previsto e la Safety Car non ci ha aiutato. Siamo stati troppo conservativi con tutte le mescole, senza la safety potevamo essere un paio di posizioni più avanti, ma con gli aggiornamenti che avevamo potevamo fare un lavoro migliore. Adesso passiamo da Silverstone all’Ungheria, che è una pista differente e l’adattamento del pacchetto al circuito sarà cruciale. Non ho preoccupazioni perché dal secondo al decimo posto siamo tutti vicini, se sabato fosse andato tutto bene saremmo partiti in prima fila e oggi in gara è stata una questione di ottimizzazione, perché non abbiamo sfruttato bene il pacchetto che avevamo. Continueremo a sviluppare la vettura e portare pezzi nuovi, ma dall’Ungheria occorrerà fare un lavoro migliore».
La frase chiave è: «Non ho preoccupazioni perché dal secondo al decimo posto siamo tutti vicini».
E ancora: «Continueremo a sviluppare la vettura e portare pezzi nuovi, ma dall’Ungheria occorrerà fare un lavoro migliore».
Il 2 giugno 2023, alla vigilia del Gp di Spagna, dichiarò:
«Sensazioni positive. Sono novità che apriranno anche nuove finestre per i prossimi aggiornamenti. Puntiamo alla pole position, siamo sempre in lotta in questa stagione al sabato e vogliamo esserlo anche qui in Spagna, poi domenica speriamo di essere più competitivi».
Sainz partì in prima fila, Leclerc praticamente ultimo: dalla pit-lane. E in gara Sainz quinto e il francese undicesimo.
Da politico consumato, Vasseur ha utilizzato un’intervista al Corriere della Sera (lo scorso 28 giugno) per trovare il responsabile del disastro Ferrari: ovviamente il suo predecessore.
«Non mi va di dare la colpa a nessuno. Ma l’anno scorso sono stato fatte certe scelte. Dai primi chilometri a Fiorano, e poi nei test in Bahrein, abbiamo capito che non funzionavano. Le simulazioni avevano sottovalutato alcuni effetti negativi sul comportamento della vettura. Così siamo stati costretti a cercare un compromesso fra prestazioni e guidabilità».
Sempre accanto a Forghieri, lassù Andreotti e De Mita si alzarono in piedi ad applaudire.
Alla domanda diretta: ha parlato con Mattia Binotto in questi mesi? Ha risposto così:
«No, l’ho incontrato soltanto prima di essere nominato. E non ho voglia ora di dedicare energie a pensare al passato. Il passato è passato, non conosco quali fossero le dinamiche all’interno della squadra all’epoca».
Ma il clou è la risposta seguente:
«Il circuito in Austria è l’opposto del Canada, se andremo bene anche lì, avremo la conferma di aver imboccato la strada giusta».
Effettivamente in Austria si è registrato il miglior risultato della stagione: il secondo posto di Leclerc. Ma nulla è cambiato visto il disastro di oggi a Silverstone.