Al CorSport: «Se Guardiola butta lì che il centravanti è lo spazio, tutti gli credono. Le mode cambiano ma il centravanti avrà sempre il suo posto»

Per chi è nato nella seconda metà degli anni ottanta, si ricorda di un Aldo Serena commentatore tecnico del più famoso videogioco di calcio. Per chi ha qualche anno in più se lo ricorda con le maglie di Inter, Juve e Milan.
Adesso si gode un po’ di meritato riposo anche se, come lui stesso ha detto al Corriere dello Sport, non sta mai fermo. Il quotidiano è riuscito ad intervistarlo:
«Sono arrivati gli arabi, quei colossi e hanno messo ancor più in mostra la distanza che c’è tra il nostro calcio e quello delle maggiori squadre europee. Paris Saint-Germain, Real Madrid, Barcellona riescono a reggere abbastanza bene l’assalto, noi soffriamo di più».
Il CorSport prova a ribadire. Comunque quest’anno tre squadre italiane nelle finali europee:
«Chi è arrivato fino in fondo ci è riuscito applicando principi di gestione sensati. Anche il Napoli ha dimostrato come le idee e lo scouting siano in grado di scavalcare il gap di risorse».
Si arriva al Napoli che forse deve avere la lucidità di capire che cioè che è successo l’anno scorso non è detto ricapiti anche quest’anno:
Non è detto che il repulisti riuscito un anno debba andar bene anche in quello successivo.
«Sì, credo anch’io sia sbagliato esagerare. Il Napoli, che secondo me con l’Inter e le romane resta nella rosa che lotterà per il prossimo scudetto, non deve cambiare di nuovo identità. Se ci fosse ancora Spalletti, probabilmente tutto sarebbe rimasto invariato o quasi. Garcia gioca diversamente, occupa più campo, e De Laurentiis dovrebbe prendere i giocatori che chiede il francese».
Il tema più caro ad Aldo Serena però è l’attacco. Il bomber ritorna di moda, tutti lo cercano:
«Sono le mode che cambiano. Arriva Pep Guardiola, butta lì che il centravanti è lo spazio e tutti gli credono. Lui che peraltro è furbissimo. Prende le caratteristiche dei giocatori che ha e le usa nel modo più produttivo. Adesso ha Haaland che è capace di combinare disastri in area, disastri per gli avversari naturalmente, ma pure di arretrare e manovrare. E Guardiola in panchina si frega le mani. La verità è che senza gli specialisti del gol non si vince. Il centravanti troverà sempre il suo posto. Infatti l’Inter, persi quei due (Dzeko e Lukaku, ndr), ha cercato Scamacca. Che, siamo onesti, mi convince fino a un certo punto. Bravo, ma in Serie A non ha fatto molto. C’è da lavorarci sopra».
Un aneddoto su quando era all’Inter:
«A me la fatica non ha mai fatto paura. Proprio per questo ricordo bene quando all’Inter io e Chierico – che aveva un anno più di me: io diciotto, lui diciannove – ci scontrammo frontalmente con la preparazione atletica dei professionisti e quasi soccombemmo. Ho pensato: vabbè, è stato bello, ma questa roba non fa per me. Volevo smettere. Mi riscossi e tirai dritto, per fortuna».