Al CorSera: «Dire a una donna “adesso ti rivelo chi sei” è uno strumento di conquista formidabile. Con loro si parla dell’astratto, del mondo che non ha confini»

Il Corriere della Sera ha intervistato Leandro Cantamessa, storico avvocato del Milan:
«Il 24 febbraio prossimo festeggio i 40 anni di Milan. Peraltro sarebbero quattro di più se il 27 luglio del 1980 non avessi rifiutato l’offerta di Gianni Rivera e del presidente Felice Colombo».
A leggere le parole di Cantamessa, sembra di immaginare quegli avvocati patinati descritti dai film dei fratelli Vanzini. E lui non dissimula:
«Dire che ho accolto Berlusconi al Milan è una parola grossa. Nel giorno del passaggio di consegne andai in sede in via Turati, assolutamente per caso. Trovai Berlusconi con Adriano Galliani e Giancarlo Foscale. “Lei chi è?” mi chiese. Mi presentai e in maniera fulminea mi domandò: “È milanista? Allora Foscale, le faccia subito un contratto di consulenza. Prima che entrasse in politica, si parlava della necessità di sdoganare l’Msi, potenziale bacino di elettori. Esclamai: “con l’Msi non si sta mai!”. Mi rifilò un’occhiata dall’alto in basso, come quella che si riserva a chi non ha la minima idea di cosa sia la politica».
Cantamessa ha una passione per l’astrologia, trasmessagli da mamma Giancarla:
«Se chiudo gli occhi mi rivedo a conversare con mia mamma Giancarla, una liberale conservatrice, parlavamo di astrologia. Avevo predetto che Pato e Niang sarebbero stati acquisti disastrosi, ma non mi hanno dato retta. Diciamo che da ragazzo gli oroscopi mi sono serviti per catturare le curiosità delle ragazze».
Dal papà ha preso la professione:
«A parte la professione, visto che anche lui era avvocato? Era una persona timida, con la quale non si poteva avere confidenza. Non aveva empatia al contrario di mia mamma, meravigliosamente folle. Peraltro ha scritto due libri, “Malacappa, diario di una ragazza” e “Arpinati mio padre”».
Per Cantamessa, l’astrologia ha funzionato in campi diversi da quelli da calcio:
«Dire a una donna “adesso ti rivelo chi sei” è uno strumento di conquista formidabile. Con gli uomini si parla di calcio, femmine e lavoro. Con le donne dell’astratto, di concetti più profondi, del retro delle cose, del mondo che non ha confini».
Oggi per il Milan è americano:
«L’ultimo scudetto mi ha entusiasmato moltissimo, più della vittoria con lo Steaua in Coppa dei Campioni, perché è stato un successo inaspettato. Me lo sono goduto. Di recente ho anche comprato per mio nipote la mia prima bandiera del Milan. Dopo tutti questi acquisti, e un’assenza di anni, mi toccherà tornare allo stadio».