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Chi è il vero proprietario del Barcellona? Sicuri che siano ancora i 146mila soci?

La strategia di vendere pezzi strategici del club ha contribuito a portare investitori esterni nel club e dar loro il potere di prendere decisioni chiave

Chi è il vero proprietario del Barcellona? Sicuri che siano ancora i 146mila soci?
Barcelona fans cheer ahead of a pre-season friendly football match between Arsenal FC and FC Barcelona at SoFi Stadium in Inglewood, California, on July 26, 2023. (Photo by Patrick T. Fallon / AFP)
Per fare fronte alle voragini lasciate dalla gestione Bartomeu, negli ultimi due anni il presidente Juan Laporta e i suoi collaboratori hanno fatto ricorso a tutte le strategie finanziarie immaginabili, strategie che hanno significato l’ingresso nel mondo blaugrana di attori ben diversi dai 146mila soci che detengono le quote del grande club catalano. A questo punto è corretto chiedersi due semplici domande: a chi appartiene il Barcellona ad oggi? E dove sta andando?
Questo perché per risanare si è ormai andati ben oltre alla ristrutturazione del debito e ai classici meccanismi di controllo dei costi. Spesso abbiamo parlato delle operazioni del club – dedicando post al merchandising, allo stadio, al debito da ristrutturare – ma seguire il tutto è difficile e tocca basarsi solo sulle dichiarazioni ufficiali per non cadere nel gossip. Questo perché ci sono tutta una serie di entità collegate (Barça Studios, Barça Vision, Barça Media, Barça Licensing & Merchandising…) che possono essere fatte a pezzi, cedute parzialmente o essere semplicemente oggetto di speculazione da parte di giornalisti incauti.
Qui il breve riassunto riportato su linkedin da Achille De Raugladre:
giugno 2022: vendita del 10% dei diritti tv per la Liga alla compagnia di investimenti americana Sixth Street per i prossimi 25 anni, per un guadagno di 267 milioni di € (60 dei quali investiti nella joint venture Locksley).
luglio 2022: vendita di un ulteriore 15% dei diritti tv per la Liga, per un’ulteriore iniezione di capitale da 300 milioni di €.
agosto 2022: vendita del 24.5% ciascuno (49% in totale) delle quote di quelli che allora si chiamavano Barça Studios a socios .com e Orpheus Media per 100 milioni di euro ciascuno.
agosto 2023: vendita del 29.5% delle quote di Barça Vision – la piattaforma del club per tutte le iniziative basate sul web 3.0, gli nft e il metaverso) per 120 milioni di euro alla compagnia finanziaria tedesca Libero e alla finanziaria olandese NIPA Capital, corrispondenti alle esistenti partecipazioni di socios .com e Orpheus Media.
agosto 2023: accordo di business combination con SPAC Mountain per fondere Barça Vision e gli ex Barça Studios centralizzando tutta la creazione, produzione e marketing dei contenuti digitali con un valore stimato sui 910 milioni di euro.
– altre voci includono la vendita del 49.9% di Barça Licensing e Merchandising – magliette e prodotti del club – a Fanatics, Inc. ma per ora non c’è nulla di definitivo.
Ora, per quanto la struttura legale del club sia quella di un’associazione supportata da oltre 146mila soci che pagano una quota annuale per essere insieme i proprietari del club, la strategia di vendere pezzi strategici del club ha contribuito in maniera significativa a portare investitori esterni dentro al club e dargli il potere di prendere decisioni chiave. Questo modo di operare ha giustamente creato un acceso dibattito riguardo a come cambierà il modello societario democratico esistente. Resta da vedere se questi astronomici guadagni verranno sperperati per inseguire obiettivi di breve periodo o investiti in un progetto di sviluppo sostenibile.
Questo anche perché se ad oggi gli asset del club sono valutati cifre da capogiro, nulla garantisce che lo saranno in futuro, soprattutto se i risultati sportivi non dovessero arrivare o se uno scandalo (qualcuno ha detto Enriquez Negreira?) danneggiasse l’immagine del club culé. Sicuramente non è un buon auspicio che la Liga sia ormai il campionato più anziano d’Europa – età media 27.4 anni, nettamente più alta degli altri tre campionati top – e che di liquidità per comprare giocatori non ce ne sia.
Il mercato è stato fatto con due parametri zero di lusso – Gundogan e Iñigo Martinez – incassando 97 milioni dalle cessioni (Griezmann, Dembelé), mentre la prima di campionato è arrivato uno scialbo 0-0 col Getafe. E se a Lewandowski viene un raffreddore, in panchina un altro centravanti non c’è.
I soci attendono così con impazienza di capire dove va il loro club, e francamente anche noi. Tutto questo in attesa del sorteggio dei gironi di Champions League, mai così importanti come in questa stagione, che il club giocherà nello stadio di Montjuic, vista la completa ricostruzione del Camp Nou. Come per le italiane c’è da sperare di prendere una inglese in seconda fascia per allontanare lo spauracchio Newcastle in quarta.
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