Fortemente voluto da Ancelotti, divenne il bersaglio preferito di chi, contro Ancelotti, ha diretto una crociata. Fu messo al margine del progetto da Gattuso
Hirving Lozano lascia Napoli ma nella storia del club e della città ci resterà per sempre.
Campione d’Italia con le lacrime durante i festeggiamenti e il sorriso che non hai mai perso anche nei momenti bui.
Fortemente voluto da Carlo Ancelotti, si presentò con un gol allo Stadium a poche ore dal suo arrivo a Napoli.
Divenne poi il bersaglio preferito di chi, contro Ancelotti, ha diretto una crociata mediatica tra radio libere e social. Questo ha contribuito a generare tra i tifosi l’idea che fosse un calciatore non all’altezza della squadra. Eppure è idolo in Messico, ed in quattro anni in maglia azzurra, ha collezionato centoventi presenze e ventitrè gol, uno scudetto ed una Coppa Italia.
Con l’arrivo di Gattuso fu messo al margine del progetto. Il tecnico calabrese, tutto catenaccio e preghiere offensive, vedeva in Hirving un’ala troppo offensiva e indisciplinata tatticamente, scatenando le ire dei tifosi messicani che ritenevano Gattuso, non in grado di comprendere il talento del Chucky.
Con Spalletti le cose cambiano e Lozano contribuisce alla vittoria dello Scudetto giocando quasi sempre da titolare o in staffetta con Matteo Politano. Il suo addio in sordina non gli rende quella carezza di riconoscenza che meriterebbe, soprattutto perché è stato uno dei protagonisti della Storia, quella scritta dopo trentatrè anni.
Con l’addio di Lozano, se ne va un pezzo di quello che è stato il sogno tricolore azzurro. Con buona pace degli haters.