Il club aveva tutto il tempo per scegliere il sostituto di Kim, invece si è mostrato confuso sondando più di dieci profili. Adl non può gestire tutto. Garcia sta zitto, ma così rischia

Il Napoli indeciso e orfano di Giuntoli ha perso il grande vantaggio che aveva sulle altre big della Serie A: il tempo. Lo scrive Claudio Savelli su Libero. Senza il suo direttore sportivo, il presidente De Laurentiis si è incartato nella ricerca del sostituto di Kim. Rudi Garcia non alza la voce, perché è appena arrivato, ma così rischia di trovarsi impreparato per l’inizio del campionato. Forse Luciano Spalletti, nel lasciare Napoli, ci aveva visto giusto, aveva capito tutto.
“Il Napoli sta gettando al vento il più prezioso dei vantaggi: il tempo. Già a marzo era piuttosto sicura di vincere lo scudetto e, di conseguenza, di entrare in Champions. Le altre, invece, sono state impegnate alla corsa ai primi quattro posti fino a maggio. Eppure agosto è iniziato e il Napoli sul mercato è ancora fermo”.
Non solo: il Napoli mostra anche di avere idee poco chiare. Era noto dalla primavera che Kim sarebbe andato al Bayern Monaco, si conosceva anche l’importo della clausola, e il Napoli invece è arrivato fino ad inizio agosto senza scegliere il suo successore.
“La cosa che fa più impressione non è che il Napoli non voglia reinvestire tutto il budget (questo semmai è il buon player trading) ma che sembra avere le idee poco chiare sull’erede”.
Sono stati sondati più di dieci profili (Savelli li elenca tutti), tutti dalle caratteristiche anche molto diverse tra loro. Proprio il contrario di quanto accaduto l’estate scorsa, con Giuntoli.
“È esattamente il contrario di quanto è accaduto la scorsa estate, quando l’azione di Giuntoli ha raggiunto la massima efficacia: voglio Kim? Compro Kim. E solo se sfuma apro il piano B, figuriamoci il C, il D, eccetera, eccetera”.
Al Napoli non mancano le idee, segno che lo scouting continua a funzionare, ma la partenza di Giuntoli ha privato il club di “colui che si prendeva la responsabilità della scelta finale e si imponeva in sede di trattativa“. Ora, invece, “tutto sembra convergere verso De Laurentiis“. E non va bene.
“Ma è una forzatura: se un presidente deve garantire il corretto funzionamento di una macchina complessa come un club, non può far parte anche del più delicato degli ingranaggi. È normale che ci si fermi sul più bello di una trattativa. Se tutti sanno tutto, poi qualcuno ne approfitta per tirare un colpo basso, come il Lens che ha annunciato il rinnovo di Danso sbeffeggiando il Napoli sui social con una serie di cliché davvero penosi. Ridicoli loro, ma il club campione d’Italia a maggior ragione deve stare alla larga dalle società di basso profilo”.
E veniamo al capitolo allenatore.
“Fosse al secondo o terzo anno, Rudi Garcia si sarebbe di certo lamentato. Ma è appena arrivato e ha preso la panchina dei campioni d’Italia come un dono, quindi tace e lavora con quel che ha”.
E il problema non è solo il centrale (che oggi il Napoli sembra aver trovato), ma anche le situazioni poco chiare di Zielinski e Lozano e il rinnovo di Osimhen.
“Insomma, l’estate dei campioni d’Italia è iniziata con il presidente che chiedeva la Champions e rischia di finire con i tifosi che giustamente chiedono un paio di acquisti se non per vincere di nuovo lo scudetto, quantomeno per provare a difenderlo”.