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Gabri Veiga al posto di Zielinski sarebbe modello Napoli in purezza

Sarebbe il remake di Kvara-Insigne. Nel caso del Napoli cambiare la via vecchia vuol dire percorrere la strada che ha condotto alla vittoria

Gabri Veiga al posto di Zielinski sarebbe modello Napoli in purezza
Spain's Gabriel Veiga and England's Curtis Jones vie for the ball during the UEFA European Under-21 Championship final football match between England vs Spain at Batumi Arena in Batumi on July 8, 2023. (Photo by Vano SHLAMOV / AFP)

Siamo proprio sicuri che sul mercato non si possa trovare niente di meglio? E – ancora – siamo sicuri che ci ritroveremmo a rimpiangere la sua cessione se venisse sostituito – ad esempio – con Gabri Veiga? Lo scrivevamo un paio di settimane fa in merito al rinnovo di Piotr Zielinski, quando il nuovo contratto sembrava più o meno cosa fatta, sotto l’incontestabile egida del sentimento e della gratitudine. Non era per recitare la parte dei bastian contrari, ci mancherebbe. Era perché chi ha una visione politica del calcio, e soprattutto del Napoli e di Napoli, non può esimersi, specie in questo periodo storico, dalla responsabilità di dire anche le cose scomode, a dispetto delle facili accuse di lesa maestà da parte degli stessi che fino a qualche mese fa contestavano la società ogni cinque minuti.

E allora, ci sembrava abbastanza inspiegabile rinnovare (sebbene al ribasso) il contratto del buon Zielinski con gli arabi pronti a pagarlo quasi 30 milioni, ci sembrava assurdo (a proposito di un’altra delle querelle degli ultimi giorni) anche sedersi a trattare un prolungamento con Mario Rui, il cui attuale contratto scadrà quando avrà 34 anni. E non perché non si riconosce il valore dei calciatori: buoni, nel caso del polacco perfino ottimi. E né perché si è ingrati verso i due ragazzi, gli ultimi superstiti della squadra di Sarri. Ma piuttosto perché i cicli, nel calcio, cominciano e finiscono. A Napoli sono durati tanto, anche troppo. E invece, di fronte all’opportunità di cambiare per migliorare, un club deve essere bravo a mettere da parte i sentimenti e progettare il futuro. De Laurentiis l’ha dimostrato proprio l’estate scorsa. Negli ultimi giorni pare che sia finalmente rinsavito.

Veniamo al punto: Zielinski, classe 1994, lo conosciamo nel bene e nel male. A trent’anni abbiamo la certezza che questo è. Non è poco, è tecnicamente sublime, ma non è un top player. Mai in doppia cifra in campionato in tanti anni di Napoli. È palese che non sposti gli equilibri. Gabri Veiga, classe 2002 del Celta Vigo, è invece uno che ha le stimmate del predestinato. Ha quasi dieci anni in meno di Zielinski, è stato cercato da Liverpool, Real Madrid e Manchester City e nella scorsa stagione la doppia cifra l’ha già trovata, nella Liga, segnando peraltro diversi gol da fuori area (e il Napoli ne ha molto bisogno). Secondo i principali esperti di calciomercato Veiga è ad un passo dagli azzurri. Lo suggerisce anche l’amichevole di ieri, visto che è stato l’unico del Celta Vigo di Benitez a non subentrare neanche nel secondo tempo.

Sia chiaro: qualora il trasferimento si concretizzasse, nessuno può prevedere quale sarà l’effettivo rendimento di Gabri Veiga, né se farà meglio di Zielinski. Quello che però possiamo affermare con certezza è che il Napoli, assicurandosi Veiga, farebbe un colpo da Napoli. Sarebbe l’ulteriore riprova, dopo Cajuste, di quello che Mario Piccirillo ha definito il ritrovamento della linea (commerciale e politica) della società che ha sconquassato la mesta Serie A e tre quarti d’Europa. Il Napoli farebbe qualcosa di non troppo diverso da quello che ha fatto sostituendo Insigne con Kvara l’anno scorso: dell’ex capitano conoscevamo anche le tasche, di Kvaratskhelia dalla Dinamo Batumi poco o nulla. Eppure, se De Laurentiis non avesse sostituito Insigne con Kvaratskhelia oggi con grandissima probabilità il Napoli avrebbe uno scudetto in meno. È lo stesso discorso, anche se il Gabri Veiga di oggi è più ambito (e più costoso) del Kvaratskhelia di un anno fa.

«Non cambiare la via vecchia per la via nuova», dice un proverbio. Ma nel caso del Napoli non cambiare la via vecchia vuol dire non rinunciare alla strada che l’ha condotto alla vittoria. Il Napoli non è diventato magicamente il Psg e non deve avere paura né di cambiare i calciatori quando le condizioni economiche lo permettono né di scommettere ancora sul suo scouting, e quindi sui Kvara, sui Natan, sui Kim, sui Cajuste. Quando può, sui Fabian Ruiz e sui Gabri Veiga. Qualcuno l’ha chiamato modello Giuntoli, ma è il modello Napoli in purezza. Ed è l’unica via per riconfermarsi, senza cedere al richiamo della nostalgia e della gratitudine.

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