Segna, si inserisce. Ama la trequarti ma si disimpegna bene anche da mezz’ala grazie alla sua capacità di lettura dei tempi di gioco
“Pedra de ygreja oro goteja”. Pietra di chiesa gocciola oro, recita un proverbio galiziano e se Garcia freme per mettere la chiesa al centro del villaggio, Gabri Veiga Novas potrebbe esserne la pietra, il simbolo del nuovo corso, della nuova era. Nato in una piccola cittadina al centro del transito di pellegrini per Santiago de Compostela, O Porriño, che conta ventimila e poco più anime, lì dove ebbe i natali anche l’architetto Antonio Palacios, colui che cambiò il volto di Madrid con i suoi edifici tra cui il Círculo de Bellas Artes e gli ingressi della prima metropolitana madrilena, ancora in uso.
Occhi vispi, sveglio, veloce. Dalle sue parti qualcuno lo paragona a David Silva altri a Cesc Fabregas. Di certo è un centrocampista offensivo, box to box, che non manca di carattere. Forte, è forte, dinamico, svelto di occhi e di piedi. È nato il 27 maggio del 2002, quattro giorni dopo la Francia perdeva la partita inaugurale del mondiale di Giappone e Corea contro il Senegal. Il Napoli era in Serie B, con De Canio allenatore, arrivò quinto. Tempi bui per il pallone azzurro. Il mondo pareva cambiare, Vladimir Putin e George W. Bush firmavano al Cremlino un trattato sulla riduzione dei rispettivi armamenti nucleari strategici. Oggi lo scenario è tremendamente diverso.
Arriva dopo un lungo corteggiamento, con la benedizione di Rafa Benitez colui che ha cambiato la prospettiva al Napoli di De Laurentiis. La sua forza fisica e atletica lo differenzia dal canonico centrocampista spagnolo ma la sua tecnica e la sua visione lo riportano a pieni voti in quel range a cui siamo abituati. Segna, si inserisce. Ama la trequarti ma si disimpegna bene anche da mezz’ala grazie alla sua capacità di letture dei tempi di gioco, che gli permettono di inserirsi spesso in area avversaria per concludere.
La sua prima esperienza lontano da casa, sarà Napoli. Il colore della camiseta è lo stesso, l’entusiasmo è identico, la voglia di sorprendere, ancora, è intatta. Dal Celta al Napoli come Lobotka. Dal Cammino di Santiago a quello della Serie A che, per tanti da queste parti, è fede, mistica appartenenza, religione. Gabri Veiga Novas al Napoli è il colpo dell’estate: il craque è azzurro.