ilNapolista

Lahm: «L’Arabia non mi preoccupa. Il calcio è molto più che denaro: lì gli stadi pieni non li trovi»

A Marca: «Il Bayern? Ci sono altre squadre migliori al momento: Real, City, Barcellona e Arsenal sono un passo avanti».

Lahm: «L’Arabia non mi preoccupa. Il calcio è molto più che denaro: lì gli stadi pieni non li trovi»
CHAMPIONS LEAGUE ONLY ITALY Madrid (Spagna) 18/04/2017 - Champions League / Real Madrid-Bayern Monaco / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Philipp Lahm

Marca intervista Philipp Lahm, ex giocatore del Bayern Monaco e campione del mondo con la Germania nel 2014. Al momento Lahm è il direttore di Euro 2024. Parla della Germania e del Bayern ma anche di Guardiola, che ha avuto come allenatore.

«La cosa più importante che ha portato Guardiola è il gioco di posizione e la chiara distribuzione dei ruoli in campo. È riuscito a dare a ogni giocatore un contesto adeguato nel sistema e a tirarne fuori il meglio. Quando vedi giocare una squadra di Guardiola, anche se non sai che è allenata da lui, riesci a identificarla. Trasmette la sua essenza alle sue squadre».

Su Guardiola al Bayern e sulla Champions, Lahm:

«Non è facile vincere la Champions League, alla fine è una partita e anche la fortuna gioca un ruolo. Al Bayern, tra il 2010 e il 2020, abbiamo giocato la finale nel 2012, l’abbiamo vinta nel 2013, eravamo quasi sempre in semifinale… Al Bayern, nei tre anni di Guardiola, abbiamo dominato le partite. Abbiamo giocato allo stesso modo all’Allianz, come a Madrid, contro squadre migliori o peggiori… È lo stile di Pep Guardiola. Mi è piaciuto molto giocare per Guardiola. Mi è piaciuta la distribuzione netta che abbiamo avuto in campo, l’idea di come attaccare, l’analisi che ha fatto degli avversari e il modo in cui ha dovuto preparare le partite. Ci ha fatto entrare in partita con le idee chiare e molto fiduciosi».

A Lahm, Guardiola ha persino cambiato posizione:

«Mi ha fatto giocare da centrocampista difensivo, un ruolo nuovo per me. Dopo 10 anni da terzino destro e terzino sinistro, è stato interessante scoprire un nuovo ruolo e un nuovo modo di pensare al gioco».

Cosa rende speciale la Bundesliga?

«Tra tutti i campionati maggiori ci sono delle differenze. In Inghilterra il gioco è molto fisico, in Spagna è molto tecnico. La Bundesliga, invece, è un ‘mix’. È un campionato che offre un grande sviluppo per i giovani. Alcuni se ne sono andati, sono andati nei migliori club. Questo la dice lunga sul livello di campionato che abbiamo».

Lahm parla dell’Arabia Saudita e dell’irruzione nel mercato.

«Non sono preoccupato. Non credo che molti giocatori stiano pensando di lasciare la Bundesliga per andare in Arabia Saudita. Per me il calcio è molto più che denaro. Il calcio è gioventù, sono le strutture, i tifosi, è vedere gli stadi pieni come in Bundesliga ogni fine settimana… E questo è qualcosa che abbiamo qui, ma non lo trovi altrove. Mai, in tutta la mia carriera, ho avuto un’offerta di questo tipo, ma per me giocare a Monaco, a parte i due anni in cui sono stato in prestito allo Stoccarda, in casa, davanti alla mia gente, è stato il massimo. Chiaramente, non ci andrei».

Lahm sulla firma di Kane al Bayern:

«Era ovvio che il Bayern, dopo l’addio di Lewandowski, avesse bisogno di un ‘9’ e quel ‘9’ poteva essere Kane perché nell’ultimo terzo di campo sa cosa fare. È una grande aggiunta al Bayern e alla Bundesliga: è il capitano dell’Inghilterra e una superstar globale. Inoltre, ha esperienza e vuole titoli. Si adatta molto bene alla squadra. Siamo molto entusiasti».

La mancanza del ‘9’ è l’unico problema del Bayern?

«L’anno scorso non abbiamo avuto una buona stagione. Né in attacco né in difesa. Non è solo un problema del numero ‘9’. Anche il resto dei giocatori non aveva un’idea chiara ed è quello che deve essere implementato ora. A livello internazionale ci sono altre squadre migliori al momento. Il Real con Ancelotti, il City con Guardiola, il Barcellona con Xavi, l’Arsenal con Arteta… hanno le idee chiare e, al momento, sono un passo avanti. Dobbiamo risolvere i problemi in difesa, ma un ‘9’ può aiutarci in attacco. Kane è quell’uomo, ma non è lo stesso tipo di giocatore di Lewandowski, non c’è bisogno di paragonarli».

ilnapolista © riproduzione riservata