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Mazzone disse a Sensi: «Perché buttare i soldi con Litmanen, abbiamo il ragazzino» (era Totti)

I ricordi di Zazzaroni per il Corsport. In un mondo di tagli sartoriali e calzoni slim, indossava la tuta e d’inverno la cuffia a nascondere pelata

Mazzone disse a Sensi: «Perché buttare i soldi con Litmanen, abbiamo il ragazzino» (era Totti)
2006 archivio Image Sport / Calcio / Livorno / Carlo Mazzone / foto Gabriele Maltinti/Image Sport

Il ricordo di Carlo Mazzone firmato da Ivan Zazzaroni direttore del Corriere dello Sport.

Carlo Mazzone è stato tutto e tanto: sparate indimenticabili, battute fulminanti, passioni corrisposte. Ha insegnato calcio, ma anche vita. È stato moderno, in particolare nel rispetto degli obiettivi e delle caratteristiche dei giocatori. Totti e Baggio i figli più amati, ma anche Guardiola. «La tecnica è il pane dei ricchi, la tattica è il pane dei poveri», uno dei suoi classici. «Battere la Roma? È mio dovere provarci, ma è come uccidere la propria madre», perché lui era colore. «Gestire Roberto Baggio è stata una passeggiata. Era un amico che mi faceva vincere la domenica». «Un giorno mi chiamò il presidente Sensi. “Carlo, mi consigliano di prendere Litmanen, che faccio?”. Gli risposi: “Perché buttare i soldi, abbiamo il ragazzino” (era Francesco Totti)».

In un mondo di tagli sartoriali e calzoni slim, Mazzone indossava la tuta e d’inverno – per anni – la cuffia a nascondere pelata e idee, come a dire: «Sto a lavora’, sono uomo di campo, io».

Quanto l’abbiamo amato.

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