Un esempio osceno di auto-distruzione. Ha sottomesso un’intera vita al profitto personale, senza mai farsi scrupoli di coscienza. Nemmeno ora con l’Al-Hilal
Neymar è un classico esempio e anche osceno di come un atleta talentuoso possa autodistruggersi unicamente per una questione di soldi. Lo scrive la Sueddeutsche. Ieri è diventato ufficiale il suo trasferimento all’Al-Hilal. Porta lì a morire il suo talento calcistico, scrive il quotidiano tedesco.
“Ha realizzato qualcosa che molte persone sognano senza successo: ha dato la fine logica e definitiva alla sua carriera”.
“Sacrifica ogni residuo di ambizione sportiva a soli 31 anni e lo scambia con una gran quantità di denaro dell’Arabia Saudita. Anche lui”.
Una mossa che rientra perfettamente nel quadro della sua carriera.
“Questa mossa si adatta perfettamente alla carriera di Neimar, il cui canone di valori si è ristretto per anni ai numeri che apparivano sul suo estratto conto. Spinto da un agente, suo padre, che lo ha educato al mero modello di business. Il risultato: Neimar pone la massimizzazione del profitto personale al di sopra di ogni considerazione della società nel suo insieme”.
Neimar non è il primo e non sarà l’ultimo calciatore professionista che pensa solo a raccogliere più soldi che può, ce ne saranno altri. L’unica differenza è che per lui si parla di cifre più alte. Nel contratto c’è anche un accordo economico sui post che Neymar pubblicherà sui social per pubblicizzare l’Arabia Saudita.
“Non c’è da preoccuparsi che questo appesantisca la coscienza di Neimar. Con il suo tour promozionale per il presidente brasiliano di estrema destra, Bolsonaro, ha dimostrato di vivere una vita in gran parte liberata dagli scrupoli. E a Parigi, Neimar ha dimostrato che, se questa vita si svolge in una gabbia d’oro, non lo infastidisce ulteriormente”.
Era un grande talento, uno dei più dotati della sua generazione, chiamato a prendere il posto di Messi e Ronaldo.
“Neimar non è un pioniere in termini di auto-demolizione frettolosa. Ma ne è un esempio particolarmente osceno”.