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Oppenheimer sarà ricordato come il film che ha riempito le sale, soprattutto di giovani

La creatura di Christopher Nolan è un rompicapo tra scienza, morale e potere che tiene avvinto lo spettatore nonostante le tre ore

Oppenheimer sarà ricordato come il film che ha riempito le sale, soprattutto di giovani

Forse un giorno ricorderemo “Oppenheimer” come il film che ha dato fiato al cinema nelle sale: frotte soprattutto di giovani e agli spettacoli serali. La creatura di Christopher Nolan – tratto dal libro “Oppenheimer” di ”Kai Bird e Martin J. Sherwin, (Garzanti)” – è infatti un rompicapo tra scienza, morale e potere che tiene avvinto lo spettatore incurante della lunghezza anomala della pellicola (tre ore). Robert Oppenheimer (Cillian Murphy) è un giovane studioso di Fisica teorica che non si accontenta degli istituti americani ma va a studiare con Patrick Blackett (James D’Arcy) a Cambridge: lì conosce anche il danese Niels Bohr (Kenneth Branagh) e lambisce anche a un seminario in Svizzera il grande fisico teorico Werner Karl Heisenberg.

Il suo interesse principale è la Fisica quantistica e le stelle morte. Ma Robert ama il suo Paese e ha l’opportunità di ritornare a insegnare Fisica quantistica a Berkeley e al California Institute of Technology. Mentre manifesta interessi per alcune idee comuniste – soprattutto sull’organizzazione sindacale e sulla Guerra in Spagna – conosce la sindacalista comunista Jean Tatlock (Florence Pugh) e sposa poi la ricca Kitty (Emily Blunt) -, arriva la guerra che con i progressi nazisti sulla fissione nucleare lo porta ad aderire come supervisore al progetto Manhattan; lo arruola il colonnello Leslie Groves (Matt Damon).

È l’inizio del travaglio interiore di Oppenheimer che guidando le migliori menti del tempo: Edward Teller (Benny Safdie) fautore del progetto per la Bomba a idrogeno e Isidor Isaac Rabi (David Krumholtz) si trova preso tra due fuochi: la guerra e la moralità nella Scienza. Il teatro di questa pazza intrapresa è a Los Alamos in New Mexico e tutto ciò porterà al Trinity e a Hiroshima e Nagasaki. In seguito Robert sarà osteggiato da una parte di quell’America che non gli perdona il suo giovanile interesse per il comunismo.

Oppenheimer nella ricostruzione di Nolan ci appare come un uomo che si rende conto di ciò che ha scatenato e tenta di porvi rimedio favorendo delle politiche di riduzione concordato degli armamenti nucleari.

Il finale – con il famoso dialogo con il vecchio Albert Einestein (Tom Conti) – è senza redenzione, e con una guerra in Europa in atto non ci sembra un buon viatico per il Mondo odierno. Il fantasma di Ettore Majorana aleggia in tutto il film – compare anche Enrico Fermi (Danny Deferrari) – perché non lo si cita neanche di sguincio: e ci fa pensare ad un’altra opzione di coscienza che sarebbe stata possibile.

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