L’agente del nigeriano è stato a Castel di Sangro per il settimo incontro con il presidente da quando il Napoli è in ritiro: ancora nessun accordo

I tormenti del giovane Osi, titola il Corriere dello Sport. C’entra l’infortunio che oggi terrà il nigeriano ancora una volta fuori dal campo, in occasione dell’amichevole del Napoli con l’Augsburg in programma a Castel di Sangro, ma anche la questione rinnovo. Ieri l’agente di Osimhen, Roberto Calenda, ha incontrato nuovamente il presidente De Laurentiis, ma il summit si è chiuso con l’ennesimo nulla di fatto. Resta la distanza sui nodi da risolvere per firmare il prolungamento.
Il quotidiano sportivo scrive:
“Roberto Calenda, che è il manager di uno dei centravanti più lusingati dell’Universo, è tornato ieri in ritiro a Rivisondoli. Ed era già comparso domenica scorsa, c’è rimasto anche lunedì e martedì, si è visto con De Laurentiis, hanno parlato chiaramente di nuovi ingaggi e di inedite clausole, poi è andato via e mercoledì Osimhen si è fermato: niente amichevole con il Girona, che subito in qualcuno ha scatenato quella dietrologia che viene soffocata immediatamente dalle vocine di dentro. Non ci sono mal di pancia e si vede dall’espressione (in pubblico) egualmente gioiosa di Osimhen, che sente Napoli al proprio fianco, apprezza e ricambia, si concede per un applauso oppure per l’ovazione, sta con i compagni durante l’1-1 e quando poi si rifugia in palestra, cura il corpo e magari pure la mente”.
La distanza tra le parti è ancora notevole.
“Ma intanto, per sistemare il vecchio accordo, c’è una distanza ancora ragguardevole: la tentazione di allungarlo, impone di ritoccarlo, e in qualche modo, verso l’alto”.
Mentre ancora deve risolversi la questione Mbappé, dunque anche il valzer degli attaccanti che potrebbe coinvolgere Osimhen, il nigeriano non sembra attratto dalle sirene dell’Arabia Saudita.
“in Arabia Saudita Osimhen non vuole andarci, non ora, non subito, perché alla sua età ha voglia di Champions, di Europa, d’un calcio che lo seduca. E tra De Laurentiis e Calenda, chiaramente, ci sono strategie eguali e contrarie: la volontà di starsene in santa pace, tra Castel di Sangro e Fuorigrotta, non è evaporata, ma a condizioni che sono indiscutibilmente ed inevitabilmente diverse. I quattro milioni e mezzo a contratto (più bonus ai venti e ai venticinque gol) non sono sufficienti a ristabilire un clima idilliaco e come succede spesso nelle migliori famiglie si è spesso costretti a fermarsi, rallentare, poi accelerare, poi moderarsi. Perciò ci sono dolori sparsi, tra muscoli e cervello”.