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Rodrygo: «A calcio si gioca con la testa non con i piedi, la psicologia ha cambiato la mia vita»

Il brasiliano del Madrid a Globoesporte: «Ancelotti e il Brasile? Ogni volta che perderemo, diranno che lui sta pensando ad altro. Ma non è così»

Rodrygo: «A calcio si gioca con la testa non con i piedi, la psicologia ha cambiato la mia vita»
Madrid (Spagna) 04/05/2022 - Champions League / Real Madrid-Manchester City / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Rodrygo Goes ONLY ITALY

Rodrygo, attaccante brasiliano del Real Madrid, 22 anni, adesso diventato titolare dei Blancos, ha rilasciato una lunga intervista ai brasiliani di Globoesporte. Ha parlato anche della sua vita privata e dell’importanza dello psicologo per la sua carriera.

Parla del tempo libero.

«Mi è sempre piaciuto fare altre cose. A volte sono un po’ pigro, ma i miei genitori continuano a pungolarmi. Parlo già spagnolo, ho ripreso le lezioni di inglese. Lavoro con uno psicologo, che è un aspetto importante di questi tempi, perché è la mente che governa tutto. Quando la gente capirà che giochiamo a calcio con la mente e non con i piedi, molte cose cambieranno. Lavoro anche a casa con un personal trainer».

Lo psicologo per Rodrygo è di fondamentale importanza, anche se all’inizio non ne era convinto.

«Quando mi hanno consigliato di interpellare uno psicologo, ho pensato: “Non sono pazzo, perché uno psicologo?”. L’ho pensato fino a quando non ho avuto la mia prima seduta. Mi sono reso conto che mi avrebbe solo aiutato e mai danneggiato, lo raccomando a tutti. Quando inizi a farlo, vedrai la differenza nella tua vita».

Parla del prezzo del successo.

«Il successo è un aspetto positivo, molto positivo, ma non tutto è rose e fiori. Se voglio andare a fare la spesa, non posso. Non è che sia brutto dovermi fotografare, ma ci sono momenti in cui stai con una forchetta in bocca e qualcuno ti si avvicina. Ci sono quelle piccole cose che sono un po’ fastidiose. È è un prezzo che dobbiamo pagare per il successo. Quel che ci manca di più è non poter vivere una vita normale giorno per giorno, uscire in infradito e stare con i nostri partner».

Parla di Ancelotti.

«È un fenomeno. Non ha vinto per caso tutto quello che ha vinto. Si prende cura di tutto. Lavoriamo molto sulla parte tattica e con i migliori al mondo diventa più facile. Non puoi insegnare a Modric come fare questo o quello».

Parla dei rumors su Ancelotti ct del Brasile.

«Sara un po’ complicato. Ancelotti ha persino rilasciato interviste dicendo che non sa nulla. La gente si comporta come se lui avesse già accettato il Brasile. Non capisco cosa sia successo, ma può essere una stagione complicata. Quando perderemo una partita, diranno che l’allenatore sta pensando a qualcos’altro. Sappiamo che non è così, ma è di questo che parleranno. È bene per lui chiarire che tutto non accadrà fino alla fine del suo contratto».

Gli chiedono della sua importanza nelle partite decisive, soprattutto nella semifinale di Champions contro il City quando la sua doppietta in due minuti fu decisiva.

«Sono molto felice quando lo dicono. Io credo che Dio mi guarda, mi sceglie nella notte e dice: “oggi sarai tu”. Non credo davvero nella fortuna, credo che il lavoro restituisca. Devo essere preparato per quei momenti, come è stato nella partita con il Manchester City. Tutti erano sfiduciati, anche io. Non dirò bugie. Ma ho pensato che c’era una palla sulla sinistra e dovevo essere pronto».

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