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Sara Gama: «La mia esperienza avrebbe potuto aiutare l’Italia, si è vista mancanza di leadership»

Alla Stampa: «L’analisi di Gravina è condivisibile e l’esperienza non può essere svilita. Il prossimo ct? Uomo o donna non conta, il calcio è la lingua comune»

Sara Gama: «La mia esperienza avrebbe potuto aiutare l’Italia, si è vista mancanza di leadership»
Rotherham (Inghilterra) 10/07/2022 - Euro 2022 femminile / Francia-Italia / foto Imago/Image Sport nella foto: Sara Gama. ONLY ITALY

L’onda lunga del fallimento azzurro al Mondiale femminile non è ancora passata. A dire la sua questa volta è Sara Gama, storica capitano della Juventus e dell’Italia:

«È stato difficile non esserci, mi sono concentrata sul calcio giocato. Stavo bene fisicamente e lo avevo dimostrato. Avevo giocato con continuità nell’ultimo periodo, scoprirmi fuori mi ha amareggiata. Resto convinta che la mia esperienza, 130 presenze in nazionale, potesse essere di supporto sotto ogni punto di vista. Mi sento calciatrice quindi utile in campo, in panchina e nello spogliatoio».

L’ ex ct, Milena Bertolini, non l’ha scelta tra le protagoniste della spedizione in Australia e Sara Gama non ha ancora avuto modo di parlare con lei

«No. C’era solo una decisione da accettare e l’ho fatto. In Nuova Zelanda si è percepita una carenza di leadership, ma era uno dei fattori».

Nonostante tutto, Gama condivide il pensiero di Gravina dopo le accuse di “mancanza di supporto” da parte della federazione:

«L’analisi del presidente Gravina è condivisibile: sono mancati più elementi dentro e fuori dal campo. Mi sembra la volontà di capire le responsabilità di ognuno ed è inutile stare inchiodati lì. Bisogna andare avanti».

La calciatrice insiste sull’esperienza che mancava nel gruppo:

«È un gruppo variegato, una ricchezza se sfruttata con gradualità. Alle giovani servono esempi, nella vita ci si muove per imitazione e nel calcio di più. L’esperienza non può essere svilita».

E ancora sul nuovo corso dell’Italia femminile:

«Uno o una brava. Il genere non mi interessa, uomini e donne hanno stile diversi, ma conta che sappiano parlare di calcio e quella è una lingua comune: la differenza sta tra chi la conosce e chi no. Da anni sto in difesa e faccio parte del consiglio federale, sono vicepresidente dell’assocalciatori. L’azzurro per me è importantissimo e sono sempre disponibile, in ogni ruolo. Ero pronta a giocarli i mondiali e non a fare la rappresentante, non si cambia in corsa e non c’erano le condizioni».

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