La Sf-23 è una monoposto misericordiosa perché la gran parte dei piloti potrà dire di aver finito almeno una gara davanti al Cavallino
Disastroso Gp d’Olanda, quello condotto dalla Ferrari a Zandvoort. Leclerc si è ritirato al giro 41 dopo aver visto sfilare davanti a sé persino l’Alpha Tauri del debuttante Lawson, in gara al posto dell’infortunato Ricciardo, ritornato in Formula 1 al posto di De Vries.
Sainz invece ha portato a casa un quinto posto difendendolo dalle grinfie di Hamilton con le unghia e con i denti. Essere “contenti” di un quinto posto dà la misura dell’ambizioni del Cavallino di quest’anno. Tralasciando le dichiarazioni post gara del team principal Ferrari, Frederic Vasseur, rimane nei tifosi un senso di amarezza inconsolabile. Una sensazione che cresce se si riflette sul commento del Corriere dello Sport circa la gara delle Rosse di ieri:
“Con Frederic Vasseur, team principal di Maranello che alla vigilia del Gran Premio di Zandvoort affermava: «Non bisogna mai essere soddisfatti perché quando inizi ad esserlo, sei morto». In questo senso i tifosi della Ferrari sono certi di poter contare su una lunga vita. Quella che si fa sempre più dura per l’ex predestinato Charles Leclerc, vittima del suo stesso desiderio di fare di una monoposto, irrimediabilmente inefficace, un qualcosa che assomigli ad una Formula 1. Eppure quella di quest’anno è una Ferrari misericordiosa. Perché grazie alla “SF 23” la gran parte dei piloti e dei costruttori, potrà dire di essere finita in qualche gara, magari una sola, davanti alle monoposto del Cavallino. Da che mondo è mondo un obiettivo ambito, quasi irraggiungibile ma che oggi è a portata di mano“.