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Spalletti è un caso politico, la destra segue De Laurentiis e vuole la testa di Gravina

Fratelli d’Italia (il partito di Meloni) pronta cogliere l’opportunità di mettere un uomo di fiducia alla Figc. Il ruolo di Lotito e Adl. La rabbia di Abodi per aver saputo di Mancini dal web

Spalletti è un caso politico, la destra segue De Laurentiis e vuole la testa di Gravina
As Roma 25/07/2018 - presentazione calendari serie C 2019-2020 / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina

Nazionale, il caso è politico e riguarda solo tangenzialmente Luciano Spalletti. Il bersaglio grosso è Gravina e soprattutto la Federcalcio. Il centrodestra ha annusato la possibilità, probabilmente l’ha anche costruita, e ora è cominciato l’attacco al numero uno del calcio italiano che in questi mesi ha accumulato diversi nemici. Certamente Aurelio De Laurentiis e Claudio Lotito, ma nemmeno la Juventus si straccerebbe le vesti per difenderlo. Gravina è isolato, si è isolato. C’è da aggiungere infatti che Abodi non ha certo gradito di aver scoperto dal web la notizia delle dimissioni di Mancini. Uno smacco per il ministro dello Sport.

Al momento è tutto fermo. La Figc non ha annunciato Spalletti. Nel frattempo però la giornata è stata caratterizzata da attacchi politici da parte di Fratelli d’Italia (il partito del presidente del Consiglio Giorgia Meloni) a Gravina. L’intervento più importante è quello del senatore Paolo Marcheschi responsabile del Dipartimento sport di Fratelli d’Italia:

«Pur nel rispetto dell’autonomia della Federazione e del calcio in Italia, la politica non può rimanere a guardare ma ha il dovere di tutelare un settore importante sia sul piano economico e sia sociale. Specie in un momento in cui è in atto un’operazione ostile e di “aggressione” al calcio italiano in particolare portata avanti da campionati emergenti come quello arabo». Per poi aggiungere: «Si tratta, di un quadro complessivo di limitazione a cui va messo rimedio e chiaramente questo va fatto in piena sintonia con i club. Di contro assecondare una logica di sfida, ingaggiando nel caso specifico l’ex allenatore del Napoli su cui pende una penale, rischia di inaugurare l’imminente campionato di Serie A tra polemiche e tribunali».  

Il partito di Giorgia Meloni si schiera contro l’ipotesi Spalletti pur senza mai nominarlo, di fatto si schiera contro l’ipotesi che il futuro della Nazionale possa passare per i tribunali.

Non è l’unico attacco da parte di Fratelli d’Italia a Gravina.

Salvatore Caiata deputato di Fdi, dichiara:

«Le dimissioni di Mancini hanno creato scompiglio in seno alla Figc,dove l’unico che sembra non accorgersene è proprio il presidente Gravina».

Per Caiata (ex presidente del Potenza calcio) occorre cambiare:

«La mancata qualificazione ai mondiali, il crollo dei diritti televisivi, le riforme promesse e mai arrivate, le classifiche dei campionati ormai scritte più nelle aule dei tribunali (sportivi e non) e non sui campi di calcio insieme a un uso ormai arbitrario e personale di norme e regolamenti rendono la situazione del calcio italiano grave e speriamo non più Gravina».

In mattinata anche l’ex senatore ed ex ministro Gaetano Quagliariello (lui di Forza Italia), presidente del «Napoli club Parlamento» e aveva appoggiato la posizione di De Laurentiis auspicando un compromesso.

La sensazione politica è che il governo voglia approfittare della situazione per mettere un uomo di fiducia alla Federcalcio. Qualche malizioso si domanda se De Laurentiis abbia volutamente svolto il ruolo di testa d’ariete – visti gli ottimi rapporti col ministro dell’Interno Piantedosi l’uomo che diresse la pace con gli ultras – oppure se il centrodestra stia approfittando della situazione. In questi casi, suggeriscono, vale sempre la massima di Andreotti: “a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso si indovina”.

Nel frattempo Alessandro Alciato invece scrive su Twitter che è confermato Spalletti commissario tecnico. Sarebbe annunciato nel fine settimana mentre si lavora per una eventuale richiesta danni a Mancini.

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