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Sylla: «Italia multietnica? Tutto il mondo si muove in questo senso, deve diventare la normalità»

Al CorSport: «All’inizio abbiamo pagato l’emozione di giocare l’Europeo in casa: c’era timore. Esordire all’Arena di Verona è stato speciale»

Sylla: «Italia multietnica? Tutto il mondo si muove in questo senso, deve diventare la normalità»
Belgrado (Serbia) 04/09/2021- campionati Europei Volley femminile / Serbia-Italia / foto Imago/Image Sport nella foto: Miriam Sylla-Paola Egonu

Il corriere dello Sport ha intervistato Myriam Sylla in occasione dell’Europeo itinerante della pallavolo. Protagoniste le azzurre del ct Mazzanti. Tre partite e tre vittorie, una squadra schiaccia sassi nonostante uno dei pilastri azzurri, Paola Egonu, non sia più al centro della squadra. Non necessariamente una regressione della schiacciatrice italiana, piuttosto un supporto in più alla squadra che sgrava la Egonu dal peso di sostenere da sola tutto l’attacco. Quel supporto si chiama Ekaterina Antropova. A parlarne è anche Sylla, la capitana della squadra azzurra:

«All’inizio abbiamo pagato un po’ l’emozione di giocare in casa: un filo di timore c’era. Esordire all’Arena di Verona è stato qualcosa di speciale, ma in alcuni momenti eravamo un po’ bloccate. Ci serve tempo per rodarci e conoscerci meglio: più giochiamo, più facciamo esperienza, più miglioreremo».

Sulla multietnicità del gruppo azzurro:

«Credo che sia semplicemente un seguito di come si sta muovendo tutto il mondo in generale, non soltanto l’Italia. Deve diventare la normalità, per cui speriamo che i lati positivi del nostro gruppo vengano presi d’esempio e utilizzati».

Un gruppo azzurro per l’Europeo quasi de tutto nuovo con molte giovani palleggiatrici alla loro prima esperienza in azzurro:

«Hanno dimostrato di voler entrare a far parte di questo gruppo e hanno abbracciato il progetto che ci è stato presentato»

Sulla formula del torneo:

«Guardo alla possibilità di allargare la partecipazione a questo Europeo. Forse bisognerebbe studiare un sistema diverso, non saprei. Sicuramente è un torneo lungo, difficile. Però se vuoi arrivare alla fine, non puoi tirare indietro»

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