La ex ct dell’Italia femminile: «l’atmosfera è cambiata quando le più piccole sono diventate titolari. La Spagna aveva problemi col ct e ha vinto, quella è maturità»
Milena Bertolini, ex c.t. dell’Italia femminile, intervistata dal Corriere della Sera dopo il fallimento al Mondiale e la nomina del nuovo commissario tecnico un uomo: Andrea Soncin. Bertolini si sofferma sul clima che si è creato in squadra per il ricambio generazionale.
Il clima era buono, fino alla vittoria sull’Argentina.
«Vedevo sorrisi, allenamenti partecipati, giovani entusiaste: mi sembrava che la professionalità prevalesse su qualsiasi necessità individuale. Ma dalla partita con la Svezia, quando sono diventate titolari le piccole, chi non ha giocato ha messo il muso. E l’atmosfera è cambiata».
Emerge il quadro di un gruppo molto immaturo, però, a partire dalle veterane.
«Non è facile vedere le piccole che ti passano davanti. Dragoni ha 16 anni ma la testa da grande: potrebbe essere la prima italiana a vincere il Pallone d’oro. Ma se sei una professionista devi riuscire a starci dentro a prescindere se la c.t. ti sta antipatica. La Spagna ha vinto il Mondiale dopo che metà delle calciatrici avevano sfiduciato l’allenatore. Quella è maturità».
«Finita la partita col Sudafrica sono andata a consolare le giovani, mentre le altre mi scansavano. C’era troppa rabbia in spogliatoio per fare discorsi. Non è vero che mi sono chiusa in camera. È vero che loro si sono riunite e hanno scritto quel comunicato. Il volo di ritorno è stato allucinante. C’è chi non ha più avuto il coraggio di guardarmi in faccia né di salutarmi».
«La forza del Mondiale 2019 era stata una squadra di donne, con un c.t. donna, capace di fare gruppo. Questo, per l’Italia, era stato il cambiamento culturale. Dove sono oggi le donne negli staff della serie A femminile? Forse il 10%… Siamo considerate immagine: le quote rosa diventano necessarie. E noi ci mettiamo del nostro, siamo le peggiori nemiche di noi stesse: aveva ragione Murgia quando diceva che servono due donne per far fuori una donna. Ma così andiamo indietro, torniamo al patriarcato».