L’ex nazionale spagnola a Der Spiegel: «Dato che la Fifa ha proibito a Rubiales di contattare Jenni, lui ha cercato altre strade»
Nell’intervista a Der Spiegel la calciatrice spagnola Boquete ha parlato del telefonino di Hermoso hackerato.
Boquete poi rivela che nei giorni della polemica, il cellulare di Jenni Hermoso è stato hackerato. L’obiettivo era trovare elementi che potessero compromettere la sua posizione:
«Questa è una guerra. Sapevamo che non c’erano regole. Il cellulare di Jenni è stato hackerato. Avevano accesso a foto e video. Poi sono trapelati elementi che potevano essere usati per attaccare la vittima. Sull’autobus ci sono stati anche altri momenti in cui si sente dire che era qualcosa di molto grave, che non poteva essere tollerato. Dato che la Fifa ha proibito a Rubiales di contattare Jenni, lui ha cercato altre strade».
Boquete parla anche della disuguaglianza e delle discriminazioni che subisce il calcio femminile:
«Abbiamo vinto una battaglia, ma stiamo perdendo la guerra. Rubiales ha finalmente capito che non aveva senso continuare a restare legato alla sua posizione. Ma noi vogliamo un cambiamento più profondo».
Boquete si scaglia anche contro i calciatori della nazionale maschile. Le loro parole di sostegno sono arrivate troppo tardi, secondo Boquete:
«Il comunicato è soprattutto un tentativo di evitare il problema. I calciatori non vogliono domande scomode. Ma ora servono domande scomode e risposte coraggiose. La verità è che alla maggior parte dei giocatori non interessa la questione. Rubiales non li bacerà in bocca. Non li umilierà. Non devono lottare ogni giorno per la parità di trattamento. È difficile essere coraggiosi».
Vilda il commissario tecnico della nazionale femminile è stato esonerato. Al suo posto Montse Tome. Ma la nuova nomina non soddisfa la Boquete:
«Ha tollerato troppe cose e ha preso le distanze da Rubiales troppo tardi. Non c’è dubbio che sia un buon allenatore. Ma è il massimo che si possa trovare per la squadra più forte del mondo? Credo di no. Ce ne sono altri con di più esperienza. Visto che ora allena una donna, le giocatrici non possono continuare a lamentarsi, questo è quello che si pensa. Ma non è quello che vogliamo. Anche se preferiamo Montse a Vilda, è ingiusto. Ecco perché le calciatrici sono ancora in sciopero».