Al Corsera: «Ad un concerto mi hanno lanciato anche un paio di slip, ma avevano il cartellino attaccato: io li volevo usati. Gimbo Tamberi? Non lo conosco…»
Il Corriere della Sera intervista questa mattina Angelo Branduardi, 73 anni, musicista e cantautore italiano famoso tra gli altri anche per il suo violino
«Sono dotato di un talento fisico che non capisco, perché io inciampo, non so cambiare una lampadina, non so fare nulla: è strano che abbia questa coordinazione su uno strumento così complesso»
I suoi genitori sono stati felici della sua carriera?
«Mia madre i primi due anni voleva buttarmi dalla finestra: il violino all’inizio è straziante. Di mio padre ricordo la gioia sul viso, ma anche un po’ di delusione: per me sognava un futuro da solista. Era melomane verdiano: a volte si chiudeva in sala, metteva sul disco e fingeva di dirigere l’orchestra. È un ricordo tenero».
Ha composto per San Francesco, San Filippo Neri e San- ta Ildegarda: ne scelga uno.
«Filippo Neri, perché era matto. Quando già lo consideravano, faceva cose strane tipo rasarsi la barba a metà».
Come Gimbo Tamberi.
«Non lo conosco…».
Contento quando finalmente a un concerto le hanno lanciato un reggiseno? Branduardi:
«Anche un paio di slip, ma avevano il cartellino attaccato: io li volevo usati! È successo a Liegi, dopo che mi ero lamentato a Bruxelles».
Se la invitassero a Sanremo da super ospite ci andrebbe?
«Non succederà mai: causerei il suicidio del pubblico».