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De Laurentiis: «liberiamo gli stadi dai Comuni che non hanno fondi e dalle Sovrintendenze»

“Ha ragione Abodi, serve un commissario. Basta burocratese. Gli impianti sono inadeguati e rovinano l’immagine della nostra nazione”

De Laurentiis: «liberiamo gli stadi dai Comuni che non hanno fondi e dalle Sovrintendenze»
Italian film producer, owner and chairman of Italian football club Napoli Aurelio De Laurentiis attends the '130 years of Il Mattino' Italian daily newspaper event at the Royal Palace in Naples, Southern Italy, on May 25, 2022. (Photo by Eliano Imperato / Controluce via AFP)

Il Napoli entra in una nuova fase della sua comunicazione: i comunicati ufficiali. Oggi il presidente De Laurentiis esprime il suo favore all’idea del Ministro dello Sport Abodi di “commissariare” la gestione degli stadi in Italia. Ormai non c’è cosa in Italia che non debba passare per un commissario, meglio se “straordinario”.

Scrive De Laurentiis:

“Ha ragione il ministro Andrea Abodi sulla necessità di un commissario per il problema degli stadi di calcio in Italia. Gli stadi non possono restare nella proprietà indisponibile dei comuni. Non tutti i comuni hanno i fondi necessari nè per trasformare gli stadi obsolescenti da 60 anni nè per manutentarli. Il calcio italiano fa fatica a mettersi lo smoking durante le proprie rappresentazioni rispetto alle altre nazioni. Bisogna considerare che nel campionato italiano militano centinaia di calciatori appartenenti ad altre nazioni e quindi vengono seguiti da tantissimi e fedelissimi supporters all’estero, nei confronti dei quali non facciamo certo una figura all’altezza del nostro calcio per via degli impianti screditando anche la nostra nazione. Anche le modalità di ripresa delle partite stesse sono spesso compromesse dalla inadeguatezza degli impianti.

Per non parlare poi dei problemi relativi alla sicurezza. È importante che Abodi spieghi al commissario prescelto che non bisognerà assolutamente sposare l’abituale “burocratese” che ha ingessato sempre il nostro paese liberando gli stadi da autorizzazioni complesse e spesso sottoposte a sovrintendenze digiune completamente di cultura dello sport, ma avvezze per natura a sposare in toto il suddetto “burocratese”.

Nell’intervista post scudetto a Repubblica disse:

«Innanzitutto noi abbiamo un grandissimo problema con gli stadi: tranne qualche rara eccezione, sono obsoleti, la partita si vede male, c’è la pista d’atletica, come a Napoli o a Roma. E poi, vogliamo portarvi le famiglie? Vogliamo far sì che allo stadio si possa rimanere tutta la giornata a divertirsi, a mangiare? Io allo stadio celebrerei i matrimoni e le prime comunioni. Magari la Chiesa si potrebbe inquietare, ma basterebbe montare un altare benedetto, noi lo abbiamo fatto in ritiro a Dimaro: quante volte è venuto il cardinale Sepe a officiare la messa e nessuno si è mai scandalizzato? Il campo di calcio è sottostimato e sottoutilizzato, potrebbe produrre dei benefici sul fatturato».  

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