Sul Corsera. “Oggi il mantra ipocrita delle aziende è «fare squadra». Mazzanti ricordi la lezione di Feola il ct di Didì, Vavà e Pelè”
![Egonu l’ennesimo talento mortificato in Italia, perché il capo non vuole essere messo in ombra (Gramellini) Egonu l’ennesimo talento mortificato in Italia, perché il capo non vuole essere messo in ombra (Gramellini)](https://www.ilnapolista.it/wp-content/uploads/2023/02/egonu_mg0_8621.jpg)
Di Paola Egonu e della sua auto-esclusione dalla Nazionale scrive Massimo Gramellini sul Corriere della Sera.
Paola Egonu è una delle pallavoliste più forti del mondo e solo un Paese che mortifica sistematicamente i talenti — in tutti i campi, non soltanto quelli di gioco — poteva relegarla in panchina agli Europei (persi malamente) e indurla a lasciare la Nazionale ad appena 24 anni e alla vigilia delle qualificazioni olimpiche.
Non conosco Egonu, ma da Maradona in giù ho bazzicato tanti fuoriclasse dello sport, dell’arte e dell’imprenditoria. Sono un po’ tutti uguali. Bizzosi, anarchici, insolenti e pieni di sé (EGOnu, DiEGO, quando il destino è nel nome). In una parola alla moda: divisivi. Mentre oggi il mantra ipocrita delle aziende è «fare squadra», sacrificando l’iniziativa individuale alla legge del gruppo, cioè del capo, che non vuole essere messo in ombra da personalità forti, ma che di solito è più bravo a gestire il potere che a creare risultati.
A Mazzanti, il c.t. che ha emarginato Egonu, segnalerei le parole di Vicente Feola, selezionatore del Brasile di Garrincha, Vavá e Pelé. Quando gli chiedevano con quale criterio facesse la formazione, rispondeva: «Semplice. Prima scelgo tutti quelli che sanno giocare bene a pallone, poi nei posti rimasti liberi metto gli altri».