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“Evacuate Agnano e Solfatara”, il vulcanologo De Natale scrive al prefetto di Napoli (Corrmezz)

La Pec del 18 settembre. Le scosse nei Campi Flegrei sono destinate ad aumentare sia per numero che per intensità

“Evacuate Agnano e Solfatara”, il vulcanologo De Natale scrive al prefetto di Napoli (Corrmezz)
Il cratere della Solfatara, parte del vulcano dei Campi Flegrei, la più grande caldera d'Italia. The Solfatara crater, part of the Campi Flegrei Volcano, the biggest caldera of Italy - Salvatore Laporta (Kontrolab)

“Evacuate Agnano e Solfatara”, il vulcanologo De Natale scrive al prefetto di Napol. Il Corriere del Mezzogiorno, con Roberto Russo, riporta la lettera che il vulcanologo ha inviato con pec al prefetto della città.

Ecco cosa scrive il quotidiano diretto da Enzo d’Errico.

Occorre evacuare gli edifici localizzati nell’area di Agnano-Solfatara, dove si generano i terremoti più forti in questa fase del bradisismo flegreo. In pratica allontanare dalle loro case migliaia di persone tra l’area di Pisciarelli e quella della Solfatara. È «l’accorgimento minimo più immediato» almeno per il tempo necessario a verificare la vulnerabilità degli edifici alle scosse.

L’accorata richiesta è stata trasmessa al prefetto di Napoli con una Pec il 18 settembre scorso ed è firmata da un’autorità della vulcanologia: il professore Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, già direttore dell’Osservatorio Vesuviano. Il Corriere del Mezzogiorno è in grado di rivelare il contenuto della lunga missiva elettronica con la quale lo scienziato napoletano, coautore di alcuni degli studi più approfonditi e riconosciuti a livello internazionale sul vulcano flegreo, ha rotto gli indugi «di fronte a un rischio imminente e a una evidente, fortissima preoccupazione dei cittadini e delle istituzioni». Ha perciò ritenuto suo dovere avvisare direttamente il prefetto «nel ruolo che la legge le riconosce come garante dell’ordine e della sicurezza pubblica».

A preoccupare il vulcanologo sono gli effetti delle continue e ripetute scosse (in media oltre 40 al giorno) sulla tenuta degli edifici in un’area di circa 20 chilometri quadrati. De Natale fa riferimento ai risultati di alcuni suoi studi pubblicati su prestigiose riviste scientifiche internazionali, in base ai quali le scosse nei Campi Flegrei sono destinate ad aumentare sia per numero che per intensità.

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