Una preoccupante sfida lanciata al totem Kvara e alla società. È il tempo dei passi indietro sennò poi cominciano i ritiri e si sa come si concludono
Dalla sensazione di vincere contro tutti a quella di poter perdere contro chiunque. Questo è stato il passaggio del Napoli dei sogni al primo step di Rudi Garcia.
Genoa-Napoli, lo smarrimento in campo
Spaletti dunque era mezza squadra, mezzo miracolo. Senza entrare nel discorso di vedovanza, basta soffermarsi alle immagini dal campo. Reparti lunghi, calciatori confusi, smarriti in ampiezza, ostaggi sui calci piazzati di marcature ad uomo approssimative. Gli altri corrono di più, il Napoli invece cammina in campo forse ricordando al mister i suoi trascorsi in Arabia, nella lega ciabattata, in cui l’intensità è una caratteristica inutile alla causa. Irriconoscibili le facce degli eroi dello scudetto che soccombono anche contro una ordinata neopromossa. Sempre in ritardo sulle seconde palle, sempre in affanno nelle ripartenze avversarie. Sempre in balia degli avversari.
Genoa-Napoli, ci pensano i singoli
Sono bastate due giocate singole, due estemporanee azioni di qualità per pareggiare e, quando poteva addirittura ribaltarla, Rudi Garcia ha premiato l’impegno di Zerbin in allenamento anziché saziare la fame del Cholito o la voglia di Lindstrom. Una scelta incomprensibile, forse pensata per riempire le scalette dei divani del lunedi sera delle televisioni locali. Una preoccupante sfida lanciata al totem Kvara e alla società che deve, a questo punto, cominciare a riconoscersi qualche errore di valutazione.
A fine gara il tecnico francese ha ridato forza allo smarrimento dei tifosi affermando che la colpa è della Champions, rea di distrarre i calciatori; e del Psg che ha perso in casa con il Nizza. «Non bisogna preoccuparsi. Per tutte le squadre giocare una partita in campionato prima della Champions è sempre complicato, guardate Bayern e PSG. L’allerta di essere concentrati sul campionato l’abbiamo data. I calci piazzati sono sinonimo della destinazione della squadra. Per fortuna ci siamo svegliati e abbiamo giocato alla grande gli ultimi trenta minuti, la luce è arrivata da chi è entrata. Ma non abbiamo preso un punto rimontando da 2-0 ma abbiamo perso due punti. Gli episodi non sono stati dalla nostra, come il fallo su Zambo in occasione del vantaggio. Ma per un’ora abbiamo creato poco e non siamo stati solidi dal punto di vista difensivo»
C’è ancora tempo, ora è il tempo dei passi indietro sennò poi cominciano i ritiri e si sa come si concludono.