Sconfitta netta: 63-100. L’Italia dura un quarto. Che fosse proibitiva lo si sapeva, che per gli americani fosse così facile non lo credeva nessuno
Team Usa si allena contro l’Italia. Azzurri schiantati, durano un quarto e lasciano il mondiale. Sconfitti 63-100.
Che fosse proibitiva lo si sapeva, che fosse così facile per i ragazzi a stelle e strisce francamente non lo credeva nessuno, nemmeno Steve Kerr.
Dopo la sconfitta con la Lituania, gli Usa fanno capire che esiste una sola pallacanestro che domina il mondo, la loro.
Pozzecco parte con il solito quintetto, compreso Polonara che in questo tour in Asia, ha fatto fatica in ogni gara. Melli super promette battaglia. Loro, scottati dalla sconfitta contro i lituani, ci prendono con le molle. Giriamo bene in attacco, tiri aperti ma ne entrano davvero pochi, troppo pochi. Tonut carica, loro rispondono. Il primo quarto è in equilibrio. La seconda frazione già decide la partita. Bridges e compagni brindano dall’arco, percentuali impressionanti. L’aggressività Usa è pazzesca e noi ci sciogliamo vedendo il tabellone indirizzare il sogno verso la fine. All’intervallo lungo si va con un 2/19 da 3 e 7/ su 18 da 2 per gli azzurri contro il 7/18 e 10/18 degli Usa. Bridges immarcabile e non solo lui. Nel terzo periodo è già “garbage time” come direbbero loro. L’Italia è sfiancata, loro si divertono contro la nostra difesa a zona e ci irridono tanto da beccarsi anche un fallo tecnico con Bridges. Andiamo sotto di quaranta e Paolo Banchero, italiano per metà, si diverte e non poco. Non si fermano mai. Pozzecco dà gioia e minuti a Spagnolo, Procida e Diouf ma è accademia, storia, passato, eliminazione.
L’Italia chiude ai quarti di finale il suo viaggio mondiale ed è già un grande risultato. Dopo la Serbia però, ci si aspettava una gara più combattuta ed invece siamo durati quanto un gatto in tangenziale. Le percentuali da tre punti spiegano la debacle. Il diciotto per cento per quella che poteva essere l’unica arma per dare un senso a questa partita.