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“I tifosi del Nantes ci hanno sputato addosso e riempiti di insulti” (Equipe)

Sull’Equipe una testimonianza dei tifosi Om: “Un bambino è passato dal desiderio di vedere la sua mascotte preferita al domandarsi se suo padre morirà”

“I tifosi del Nantes ci hanno sputato addosso e riempiti di insulti” (Equipe)

Olympique Marsiglia – Nantes è stata una sfida animata, purtroppo, da alcuni scontri tra i tifosi di entrambe le squadre. Sull’Equipe è stata pubblicata la testimonianza dei tifosi ospiti. Una serata inizia come tutte le altre, salutando i giocatori e le mascotte, per poi continuare nell’odio:

“Volendo proteggere suo figlio di 6 anni, preso in giro dai tifosi di Nantes perché indossava una maglia da allenamento Om, il cognato di Gaëtan ha avuto un primo arresto cardiaco poco prima dell’intervallo, poi un secondo nell’ambulanza prima di essere finalmente riamato dai soccorsi. «Sono eroi», esclama Gaëtan, tra emozione e incomprensione”.

Le ripetute offese e l’atteggiamento violento, come sottolinea il tifoso, sono nati dagli insulti che i tifosi del Nantes, adulti, hanno rivolto a un bambino, solo perché indossava «la maglia da allenamento dell’Om» e mentre teneva in mano una bandierina del Nantes.

Nel momento in cui Sarr ha aperto la partita in favore dell’Om, volano le offese:

«Manifestiamo la nostra gioia, alzandoci, e lì è stata un’ondata di odio. Non so se chiamarli animali o stupidi, ma si sono precipitati lungo la griglia che ci separava dalla tribuna Loire per sputarci addosso, insultarci e poi lanciarci addosso la birra. Ho avuto paura. Cosa ci sarebbe accaduto senza quella barriera?».

Poi, le vittime dell’aggressione spiegano il loro punto di vista e la loro reazione:

«Mio cognato si è spaventato, ha cercato di proteggere mio nipote. Quello che dobbiamo denunciare è che in nessun momento la sicurezza è venuta ad aiutarci. C’erano però tre Steward al piano di sotto, sul lato della Loira, tra il terreno e la prima fila. Gli abbiamo detto non appena è iniziato che eravamo in pericolo, abbiamo gridato aiuto, ma nessuno si è mosso. È assurdo! Anche i tifosi di Nantes che erano dalla nostra parte hanno detto che era una sciocchezza. Fortunatamente c’era un vigile del fuoco volontario, Thomas, tra le persone vicine a noi, quando mio cognato è crollato. È stato lui a innescare il massaggio prima dell’arrivo dei soccorsi».

Un’esperienza che forse altri tifosi hanno saputo gestire meglio. Terribile, invece, il fatto che i bambini lì presenti abbiano sperimentato la violenza dell’uomo. Il bambino di sei anni che ha accompagnato la famiglia è passato da una domanda all’altra:

«La priorità oggi è assistere mio cognato per le sue condizioni di salute, sostenere mia sorella e i suoi figli. Poi, quel che si dovrà fare dopo, se deve succedere, allora accadrà. Non capisco perché un bambino debba passare dal dire di voler vedere la mascotte dell’Om, Riri, a chiedersi se suo padre morirà».

Il pronto soccorso ha saputo dare il giusto supporto al tifoso colpito dall’arresto cardiaco, ma lo spavento e il trauma di un episodio resteranno.

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