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Il governo spagnolo: la Federcalcio sta mettendo in ridicolo l’intero Paese

Grande attenzione in Spagna per il primo ritiro post-Rubiales della nazionale femminile. Per ora due se ne vanno “per mancanza di spirito”

Il governo spagnolo: la Federcalcio sta mettendo in ridicolo l’intero Paese
Spain's defender Ivana Andres (C,R) holds the trophy as Spain's acting Prime Minister Pedro Sanchez (C) receives Spain womenís national football team's players after their 2023 World Cup victory at La Moncloa Palace in Madrid on August 22, 2023. Spain won the Australia and New Zealand 2023 Women's World Cup final football match after defeating England at Stadium Australia in Sydney on August 20, 2023. (Photo by Pierre-Philippe MARCOU / AFP)

In Spagna seguono con un certo interesse (eufemismo) la vicenda della nazionale femminile campione del mondo in aria di boicottaggio. Oggi è il giorno in cui si saprà chi e quante giocatrici ha intenzione di recarsi a Goteborg per affrontare la Svezia come prima partita della Nations League. E chi invece resterà sulle barricate, per cercare di rivoluzionare la Federcalcio spagnola. Che è stata accusata dallo stesso governo spagnolo di “mettere in ridicolo il Paese”.

Stamattina il presidente del Consiglio Superiore dello Sport Víctor Francos – scrive El Paìs che alla vicenda dedica un “live” sul sito, cosa non proprio usuale  – ha detto che dopo una seduta decisiva delle 23 giocatrici convocate, due hanno chiesto la possibilità di andarsene motivando “mancanza di spirito” e “disagio personale”. ” Dopo l’incontro con le calciatrici, Francos ha assicurato che non ci saranno sanzioni per chi deciderà di non rispondere alla convocazione.

Lunedì il nuovo ct Montse Tomé aveva stilato un elenco di 23 convocate, di cui 19 avevano già inviato un comunicato chiedendo un profondo cambiamento nelle strutture della federazione prima di indossare nuovamente la maglia della Roja. Il cambiamento richiesto non è arrivato e lunedì sera 15 delle convocate hanno affermato che la loro posizione non è cambiata e che non vogliono rispondere alla convocazione. Il Governo ha chiesto alla federazione di non punire le calciatrici che rifiutano la convocazione”.

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