Osimhen-Kvara-Lindstrom come la Ma-Gi-Ca. Se non esplode Natan, Garcia è senza difensori centrale veloci. Cajuste servirà al Napoli
È finito il calciomercato. Il Napoli ha concluso tre acquisti. Uno che consideriamo ottimo: Lindstrom che numericamente prende il posto di Lozano ma che è un calciatore diverso, molto esplosivo, e tecnicamente dotato. Uno di prospettiva con un presente più che sufficiente e con ampi margini di crescita: Cajuste. E il terzo è al momento un’incognita per ammissione dello stesso Garcia che ha preso tempo ufficialmente per garantirgli il miglior ambientamento possibile. E stiamo parlando del difensore centrale Natan.
Per il resto è la stessa squadra dello scorso anno. Senza Ndombele. Senza Lozano. Con ogni probabilità senza Demme. E soprattutto senza Kim uno dei principali protagonisti dello scudetto. Al momento sostituito da Juan Jesus lo scorso anno panchinaro.
Molti sottolineano l’importanza di aver tenuto Osimhen e Kvaratskhelia. Ne parleremo.
Non è ancora chiaro come giocherà il Napoli di Garcia. Al di là dei moduli e dei numerini, l’idea del francese è chiara: andare in porta il più rapidamente possibile, quindi col minor numero di tocchi possibile, sfruttando l’arma principale della squadra ossia la debordante esplosività di Osimhen spalleggiato da Kvaratskhelia (che è un calciatore formidabile, in tanti se ne stanno dimenticando) e appunto Lindstrom giocatore molto bravo, che ha scatto, potenza, energia e anche piedi. È stato un gran bell’acquisto quello del danese. Il Napoli ha il miglior calciatore del campionato (Osimhen) e forse i primi due (Kvaratskhelia).
Napoli che in qualche modo, volendo divertirci, ricorda la Ma-Gi-Ca dell’annata 1987-88, forse il più bel Napoli di Maradona che però finì a mai vuote.
Questo è il leit-motiv tattico di Garcia che quindi a centrocampo può sì avvalersi delle trame di Lobotka ma da lui vorrà più verticalità che trame a ragnatela.
Con questo Napoli, è fondamentale avere dei frangiflutti a centrocampo e soprattutto una difesa veloce. È questa l’incognita della squadra. Il Napoli ha due scogliere: una è Anguissa vero e proprio colosso di centrocampo, calciatore che continua a essere sottovalutato. E l’altro Cajuste bello da vedere, anch’egli sradicatore di palloni, con la fisiologica esuberanza dell’età, bravo a inserirsi, con qualche inevitabile ingenuità. Un calciatore che, facendo le debite proporzioni, possiamo – per rendere l’idea – accostare a Camavinga il quale – ricordiamolo – al Real Madrid ha fatto un anno di vero e proprio apprendistato. Sono calciatori soggetti all’ammonizione facile. Particolare non irrilevante. Ma se Cajuste si ambiebta rapidamente, scenderà in campo tante volte.
E poi la difesa. Senza Kim il Napoli deve giocare obbligatoriamente col baricentro più basso. Né Rrahmani né Juan Jesus sono fulmini di guerra. Natan non lo sappiamo. Ostigard al momento resta in panca. È un rischio non indifferente lasciare la difesa a giocare uno contro uno. Abbiamo ancora impresso negli occhi il coast to coast di Leao nel ritorno di Champions con Kim squalificato. E crediamo che anche Garcia abbia studiato a lungo quel gol subito. E poiché è uomo intelligente, l’obiettivo di stagione è non subire una simile azione. Non ci addentriamo in analisi tattiche, ma è il motivo (a nostro avviso) per cui nella seconda metà del primo tempo abbiamo visto una squadra allungata e sfilacciata. La vedremo spesso. Perché il Napoli non può più giocare con la difesa alta, sarebbe un suicidio.
È il motivo per cui non abbiamo compreso il mancato investimento in difesa su un calciatore pronto. Certamente Natan sarà veloce e abile nel recuperare palloni, perché è questo il profilo che il Napoli cercava. Ma altrettanto certamente al momento Garcia non si fida di lui. Altrimenti avrebbe già giocato. Se Natan dovesse rivelarsi affidabile e garantire un potenziale che possiamo definire l’80% di Kim, il Napoli potrebbe dormire sonni più tranquilli. Ma se il titolare dovesse rimanere Juan Jesus, si tratterebbe di un passo indietro tanto evidente quanto rischioso. Soprattutto in Europa.
Infine Osimhen e Kvaratskhelia. Sì, trattenerli è stato un gran colpo. Anche perché non ci sembra che ci siano grandi idee per la loro sostituzione. In particolare di Osimhen. Ma dovremo vedere come sono stati trattenuti. Una cosa è firmare rinnovi che, per quanto rischiosi dal punto di vista aziendale, tranquillizzino i calciatori. Un’altra è trattenerli in uno stato che potremmo definire di insoddisfazione border-line.
In conclusione. Il Napoli è una squadra fortissima. Non poteva essere altrimenti visto che ha cambiato pochissimo e lo scorso anno ha dominato in Italia e impressionato in Europa. Il reparto che ha rafforzato di più è il reparto in cui già spiccava: l’attacco. Il reparto che ha rafforzato meno è quello che ne aveva più bisogno: la difesa. È un mercato che non ha eliminato i punti deboli, anzi li ha accentuati. Da questo punto di vista è stato un mercato poco intelligente. Il Napoli e Garcia evidentemente puntano a occhi chiusi sullo strapotere in attacco. In fondo è lo stesso ragionamento che fu fatto nel 1987, dopo la vittoria del primo scudetto e l’arrivo di Careca.