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La Lega saudita: «Essere tra i cinque maggiori campionati è un obiettivo realistico e possibile»

Marca intervista Emenalo e Nohra. «Il mercato chiude il 7, i club europei non devono avere paura: possono decidere di non vendere i giocatori».

La Lega saudita: «Essere tra i cinque maggiori campionati è un obiettivo realistico e possibile»

Marca intervista in esclusiva a Jeddah due dirigenti della Lega Saudita, il direttore sportivo Michael Emenalo e il direttore esecutivo e amministratore delegato del campionato Carlo Nohra.

Emenalo parla del mercato, che chiuderà il 7 settembre.

«Abbiamo la possibilità di firmare giocatori fino a quel giorno. Capisco la preoccupazione dei club europei, ma non c’è motivo di avere paura. Se i giocatori hanno un contratto con i loro club, possono decidere di non vendere e non ci saranno problemi per loro. Non credo che una settimana in più cambierà la loro idea. Altro discorso è che l’Arabia è un’opportunità per i giocatori che non sono riusciti a negoziare quello che volevano nei loro club o che sono stati lasciati indietro».

Per Emenalo, entrare a far parte dei cinque migliori campionati nel mondo è un obiettivo realizzabile.

«È un obiettivo realistico e possibile per la Pro League saudita perché lo stiamo dimostrando sul campo, non è qualcosa di ideale che è sulla luna, non è fumo. Sta accadendo. Non sappiamo se potrà accadere tra tre, cinque o sette anni, ma siamo motivati ​​a renderlo possibile in futuro. Il cambiamento è stato intenso e profondo. Quando Benzema, Kanté o Neymar vengono da te è una cosa che ti costringe ad accelerare il progresso della Lega».

Emenalo parla dell’esempio di Cristiano Ronaldo:

«Lo stiamo vedendo nelle sue partite: è motivato per continuare a essere uno dei migliori al mondo; Benzema corre fino all’ultimo minuto; Kanté, lo stesso… Speriamo che siano superstar in campo, non sulla carta. Vogliamo che siano esempi e ambasciatori dei ragazzi fuori dal campo, non solo calciatori, ma leader dei giovani di questo Paese».

Sul mancato arrivo di Messi:

«Non siamo frustrati dal suo mancato acquisto. Forse un po’ delusi, perché vogliamo il meglio, ma, come amanti del calcio, siamo felici che Leo sia felice a Miami. Rispettiamo la sua decisione, perché i giocatori sono liberi. La nostra offerta era competitiva, ma rispettiamo quello che ha deciso e perché lo ha deciso. Dobbiamo lavorare per avere un livello sempre migliore per poter attrarre giocatori».

Sull’integrazione delle donne nella Lega saudita:

«Sono orgoglioso dei progressi che questo Paese ha fatto in questo ambito. Lo sviluppo di questo progetto non ha esclusioni, è per tutti e chiunque può partecipare. Non è limitato e abbiamo fatto molti progressi nello sviluppo del calcio femminile».

Sulla presenza di solo quattro grandi squadre nella Liga:

«In questo senso in questo campionato succede la stessa cosa. In Spagna, ad esempio, il Real Madrid non ha la stessa rosa dell’Osasuna. Questa è la realtà. Con la Saudi Pro League stiamo cercando di far progredire il club che vuole progredire per realizzare un torneo sempre più competitivo».

Marca intervista anche Carlo Nohra:

«Il nostro focus è sulla Champions League asiatica, che sta crescendo molto come competizione. Essere in Uefa Champions League non è una cosa che ci riguarda come Pro League saudita e non è nel nostro focus immediato». 

Sulla possibilità di organizzare i Mondiali del 2030.

«Per qualsiasi Paese è un privilegio organizzare un Mondiale e lo mette sotto i riflettori a livello mondiale. E speriamo che un giorno ciò accada in Arabia Saudita. Dobbiamo dimostrare al mondo che siamo preparati e che il calcio serve a dimostrare che siamo stanno facendo progressi dentro e fuori dal campo. Sarebbe la ciliegina sulla torta in Arabia».

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