Tori Penso al Guardian: “Tra i maschi c’è molta più reazione immediata, e confronto. Le donne sono molto più calcolate nella loro risposta alle cose”

Tori Penso è l’arbitra della finale del Mondiale femminile. Normalmente lavora esclusivamente per la Major League Soccer americana, e arbitra fino a sei partite ogni quattro settimane. Ha esperienza sia con le giocatrici che con i maschi. E in una interessante intervista al Guardian spiega: “Ci sono assolutamente differenze tra l’arbitraggio di partite maschili e femminili. Uomini e donne sono fatti in modo diverso. Esistono diversi tipi di falli commessi a causa delle nostre differenze fisiche. Ci sono differenze psicologiche: vediamo molte più reazioni nel gioco maschile. Molta più reazione immediata, e molto più confronto di massa. Le donne sono molto più calcolate nella loro risposta alle cose. Di solito nel calcio femminile le giocatrici non vogliono che si parli con loro. Non ho molte conversazioni sul campo con le donne. Gli uomini vogliono intervenire su tutto”.
Nell’intervista parla ovviamente delle offese e degli abusi che gli arbitri sono costretti a subire quotidianamente: “Da ragazza era incredibilmente difficile da gestire. Immagina se un adulto venisse e ti urlasse contro durante il tuo lavoro quotidiano. Vorrei che i genitori potessero semplicemente godersi il posto a bordo campo e godersi il gioco“.
E anche online “il disaccordo con le nostre decisioni è naturale e quasi scontato. Non puoi prendere a cuore questi commenti. Essere in grado di gestire le critiche fa parte dell’essere un professionista. Abbiamo un canale attraverso la Professional Referees Organization grazie al quale possiamo segnalare qualsiasi minaccia e loro la gestiscono direttamente”.