Una serata nel Bergamasco, al Sapiens Festival. Bianchi ha detto che Spalletti avrebbe avuto le sue stesse difficoltà e ha ragione
Ieri sera ho partecipato da spettatore ad un evento con Ottavio Bianchi e la figlia giornalista Camilla Bianchi organizzato all’interno della rassegna culturale Sapiens Festival presso Osio Sotto, comune della bergamasca. Mister Bianchi ha raccontato aneddoti ed emozioni della sua lunga carriera da calciatore ed allenatore, spiegando la propria filosofia di lavoro, l’attitudine e la bellezza di allenare un campione come Diego Armando Maradona, sfatando inoltre la storiella del genio che non si allenava. L’intervento è stato arricchito dall’interessante punto di vista della figlia Camilla con cui ha scritto il bel libro “Sopra il vulcano. Il campo, lo scudetto, la vita” (Editore Baldini + Castoldi, 2020).
Ebbene, al termine dell’incontro è arrivato il momento delle domande dal pubblico. Dalla platea un signore ha chiesto un parere circa l’operato di Garcia. Mister Bianchi ha risposto dicendo come nel calcio si esageri sempre, in quanto essendo passate solo 4 partite, più la partita di Champions, non vi sia “materiale” sufficiente per esprimere un reale giudizio sulle performance della squadra, sui pregi e difetti strutturali e quindi sull’operato dell’allenatore. Bisogna quindi far passare un po’ di tempo. Ha inoltre aggiunto come squadre non abituate a vincere quali il Napoli che l’anno scorso che ha stravinto, con giocatori che recentemente sono andati in giro per il mondo per sostenere partite con le nazionali (con tutto ciò che ne consegue al livello fisico), possono offrire prestazioni meno brillanti. Mister Bianchi ha espresso la convinzione che lo stesso Spalletti avrebbe trovato le stesse difficoltà, probabilmente risolvendo i problemi in modo più celere conoscendo già l’ambiente e i giocatori. Ha terminato la risposta spiegando come questa attitudine da parte dell’ambiente sia quasi fisiologica vista l’enorme passione per il calcio e per la squadra di Napoli.
A mio parere questo punto di vista è estremamente condivisibile, non soltanto perché è espressione del pensiero di un maestro di calcio quale Ottavio Bianchi. Ritengo che una valutazione di qualsiasi scenario complesso necessiti dei giusti tempi di osservazione al fine di raccogliere elementi sufficienti a valutare le molte componenti in gioco. Altro aspetto rilevante credo sia la capacità di avere un pensiero critico, libero da condizionamenti e supportato da una conoscenza della materia. Da tifoso del Napoli (residente in provincia di Bergamo) ho certamente una mia idea sul breve operato di Garcia (che ritengo buono), ma appunto rimango convinto che i tempi non siano ancora maturi per dare un giudizio personale. Sostengo inoltre che un mio giudizio, ovvero di un normale tifoso, abbia comunque poco valore dal punto di vista analitico. Più grave credo sia la lunga lista di addetti ai lavori – giornalisti in primis – che hanno già valutato l’operato di Garcia fallimentare, alimentando l’errato confronto con il magnifico lavoro di Spalletti dello scorso anno. Spalletti che ironicamente il primo anno fu lui stesso troppo aspramente criticato per il suo operato.
Per concludere, quello che di contro non è prematuro rilevare circa la figura di Garcia è la sua esperienza come allenatore ad alti livelli combinata al suo spessore culturale che gli consentono di reggere le pressioni e le ingiuste critiche. Garcia ha davanti a sé una sfida difficile, che richiede molto lavoro, giuste intuizioni e coraggio. Un ambiente più unito, che sia di supporto anche sollevando critiche costruttive e non polemiche insensate, faciliterebbe il percorso dell’allenatore del Napoli e dei suoi giocatori. Mi auguro che si cominci ad andare tutti in questa direzione, con più ottimismo ed equilibrio.