In Francia soffrono ancora quel mondiale. Il quotidiano analizza le esperienze da allenatore dei campioni del mondo 2006. Unica eccezione Gilardino

La Francia non dimentica il Mondiale 2006 e nemmeno noi italiani ad essere onesti. Tuttavia, per uno strano scherzo del destino, l’Equipe riflette su quanti campioni del mondo di allora oggi abbiano un ruolo da allenatore. La molla che ha scatenato la riflessione è l’arrivo di Grosso e Gattuso su due panchine francesi. Il primo su quella del Lione, il secondo al posto di Marcelino nella “tranquilla” città di Marsiglia.
“Mentre tutta la Francia si asciugava le lacrime diciassette anni fa, ventitré italiani passarono da semplici giocatori a campioni del mondo. Uno status che garantisce allo stesso tempo il loro post-carriera“.
E inizia l’elenco dei campiondi del mondo 2006 che hanno fatto gli allenatori o che ancora oggi allenano:
“Come Fabio Grosso, neo-allenatore dell’Olympique Lyonnais, e Gennaro Gattuso, che arriva a Marsiglia, altri tredici vincitori della Coppa del Mondo 2006 sono diventati allenatori. Molto più dei cinque brasiliani del 2002 o degli otto francesi del 1998. Il punto di partenza di questa massiccia riconversione viene da una cultura, simboleggiata da un uomo: il loro allenatore di allora, Marcello Lippi“.
L’Equipe non riesce a capacitarsi e chiama pure Lippi:
“Contattato, l’uomo da cinque scudetti e una Champions, ancora alla Juve, gioca con modestia ai suoi ormai 75 anni: «Tutta la squadra all’epoca era piena di ragazzi di grande intelligenza. Avevano grandi qualità tecniche, ma soprattutto qualità umane. E questo è molto importante per me»“.
I vecchi campioni del mondo si sono fatti le ossa nelle categoria minori. Qualcuno con più fortuna rispetto ad altri. Ma alla base delle loro carriere da allenatore c’è la “gavetta”. Certo, una breve rispetto a un Sarri qualsiasi:
“«La Serie B è un campionato equilibrato, difficile, dove bisogna lottare», ha affermato Grosso durante la sua presentazione (a Lione, ndr). «Quando ho avuto tempo per lavorare, le cose hanno funzionato» Dopo aver fatto male a Verona (Serie B) e Brescia (Serie A), ha potuto beneficiare di altre occasioni per progredire. Una rarità per queste leggende“.
Un cortocircuito in Figc c’è. Ad esempio, chi nella sua carriera calcistica ha partecipato ad almeno una fase finale dell’Europeo o del Mondiale può accedere di diritti ai corsi per il patentino Uefa Pro. “Anche se il diploma di allenatore in Italia è ritenuto accessibile (ce l’hanno 72.000 persone, di cui 800 che possono servire nell’élite), gli statuti della Federazione prevedono comunque l’ingresso Vip per i suoi artisti. Una malefatta che va a vantaggio, ad esempio, di Alessandro Del Piero, ammesso alla classe 2023“.
Per la serie “non è oro tutto quel che luccica”. Come l’esperienza di De Rossi alla Spal. Esonerato senza nemmeno avere l’abilitazione per allenare in B. L’Equipe continua la sua disamina sulle capacità da allenatore degli eroi del 2006. Pirlo, Cannavaro (Guangzhou Evergrande, Al-Nassr e Benevento), Materazzi, Zambrotta e Oddo, Pippo Inzaghi ed altri.
Per amore di onestà, bisogna dire che l’Equipe non ha tutti torti. Anche se le parole del quotidiano francese rivelano ancora un certo fastidio per quel mondiale perso, diversi giocatori di allora non si sono dimostrati al momento degli allenatori all’altezza. Ma le eccezioni, per fortuna esistono. Come Gilardino. E lo sanno pure i francesi:
“Infine la promessa di Alberto Gilardino: dopo aver giocato in Serie D, C, B e nelle giovanili del Genoa, ora guida i rossoblù in Serie A. La sua squadra, abile nel giocare senza complessi, è piacevole da seguire. E funziona. Sedicesimo in Serie A, il Genoa batte invece la Lazio 1-0 e ferma il Napoli sul pareggio 2-2. Resta da vederla nel lungo termine, cosa che mancava a molti dei suoi compagni. Di sicuro, anche volendo, non è Marcello Lippi“.