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L’Italia del basket vince contro ogni logica ma in fondo l’Italia del basket è illogica

Battuta la Serbia 78-76 dopo essere stati sotto di 16 nel terzo tempo. Severini dà equilibrio dietro e Fontecchio regala il suo show

L’Italia del basket vince contro ogni logica ma in fondo l’Italia del basket è illogica
Italy's head coach Gianmarco Pozzecco reacts after getting ejected during the FIBA Basketball World Cup group A match between Italy and Dominican Republic at Smart Araneta Coliseum in Quezon City on August 27, 2023. (Photo by SHERWIN VARDELEON / AFP)

È un’Italbasket da impazzire! Batte la Serbia in una partita incredibile trascinata da Fontecchio.

La Serbia. C’è sempre la Serbia sul cammino dell’Italia. La Serbia è l’inizio e la fine dei sogni azzurri. Partiamo bene, il tiro da tre ritrovato ci accompagna anche nei primi passi di questo match. Loro imbattuti in questo mondiale, noi ancora a leccarci le ferite per la partita buttata con i dominicani. Oggi però si può rimediare. Oggi si deve. Spissu ne mette dieci velocemente, Fontecchio si scalda. Collezioniamo palle perse come calamite da attaccare al frigo. Loro si affidano a Bogdanovic. Melli tiene botta e fa valere la sua capacità di essere, contemporaneamente, un difensore eccelso ed un attaccante di prima classe. Polonara non ingrana, Milutinov si. Il primo quarto si chiude 23-19 per noi.

Nella seconda frazione cominciamo a temere l’impresa. Scarse percentuali da due punti che ci costano l’aggressione serba. Si avvicinano, ci pareggiano, ci sorpassano sulla sirena con Bogdanovic. 42-40 per loro al riposo lungo.

Al rientro si profila una debacle. Molli, larghi in difesa, cattive letture difensive. Dopo quattro minuti il canestro avversario ha visto il nostro pallone solo una volta, dalla linea del tiro libero con Fontecchio. Perdiamo ritmo, ci spaziamo male e concediamo alla Serbia un red carpet per entrare e farci male. Crolliamo a meno sedici.

Gli dei del basket chiedono a gran voce la presenza di attributi, di cazzimma, di ribellione. Il Poz risponde mettendo in campo Giggione Datome. La sintesi di tutti gli ingredienti invocati. Con lui anche Severini che, in silenzio, ridà equilibrio alla difesa e libera dagli straordinari Melli. Il capitano Datome ne mette otto in un batter di ciglia e ci avviciniamo. Da meno sedici a meno tre.

Signori, l’inerzia parla italiano ora. 62-59 per loro.

L’ultimo giro di clessidra si apre sempre con Datome. Poi tutta Manila si siede e offre gli occhi a Simone Fontecchio che prende a sberle la Serbia, segna, segna e ancora segna. Stropiccia i pronostici, i serbi lo guardano e rivedono un loro mito: Pedrag Danilovic. La Serbia segna solo dalla lunetta, l’Italia trova una tripla di Severini sulla quale capisce che l’impresa sta per compiersi. 72-67.

Loro si avvicinano a fatica noi li ricacciamo con Fontecchio. In fondo, gli ultimi minuti di partita passeranno alla storia come il match tra la Serbia contro Fontecchio. Bogdanovic non si arrende, Guduric da tre porta il tabellone sul 76-74 per noi. Ma abbiamo ancora un attacco e la palla è in mano a Simone. 78 a 74. Tiri liberi per loro che si portano a meno due. Troppo tardi, il tiro della disperazione di Jovic è un cross a centro area. Vinciamo, contro ogni logica ma in fondo siamo illogici e incredibili come le giocate di Simone Fontecchio.

Domenica Porto Rico per proseguire il sogno.

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