Il tennista russo (che ha vinto) ha chiamato due volte il medico: «Non riuscivo a vedere la palla, abbiamo finito esausti, rossi in volto»
«Un giorno un giocatore morirà sul campo, vedrete». Sono le parole, si spera non profetiche, di Daniil Medvedev che agli Us Open ha battuto il connazionale Rublev e si è qualificato per le semifinali del torneo.
Medved ha chiamato due volte il medico, diceva di “non riuscire a vedere la palla”.
Si è giocato a 33 gradi e con un tasso di umidità del 43 per cento che davano – scrive il Times – una sensazione reale di 37 gradi centigradi sul campo.
Scrive il Times che
Gli Us Open hanno introdotto una regola che consente di chiudere parzialmente il tetto dello stadio per un’ombra extra quando la temperature reale supera i 30 gradi. Ma questo non ha raffreddato l’aria abbastanza a sufficienza per Medvedev che nel corso del match si è rivolto verso una telecamera e ha detto: “Un giocatore morirà e poi vedrete.”
«È stato brutale», ha detto Medvedev. «L’unica cosa positiva che vedo in queste condizioni è che abbiamo sofferto entrambi. È dura per entrambi. Alla fine del primo set non riuscivo più a vedere la palla. Eravamo sempre stanchi.»
«Non ho più la pelle sul naso. Qui è rosso, ma non è a causa del sole, non è come se fossi bruciato. Ho appena visto Andrey negli spogliatoi e la sua faccia era molto rossa, quindi credo che sia lo stesso. Questo dice tutto, come se avessimo lasciato tutto là fuori. Sono esausto. Ero con un asciugamano di ghiaccio lì fuori. Tutto era nebbioso, come se non potessi vedere chiaramente. Perché la partita era finita, l’adrenalina non c’era più».
Racconta.
“Barcollavo. Sono andato nello spogliatoio. Mi sono seduto lì per 10, 15 minuti, ho fatto un rapido bagno di ghiaccio, mi sono cambiato e sono andato a mangiare. I miei livelli di glicemia sono saliti. Ho iniziato a sudare, la testa ha iniziato a girare. Ho detto al mio team: “Per favore, portatemi del cibo”. Ero lì seduto, sudavo come all’inferno con l’aria condizionata accesa. Hanno portato del cibo e poi mi sono sentito meglio.”