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Mughini: «Berlinguer un comunista banale, Maradona il più grande calciatore napoletano»

Intervista a Cazzullo al Corriere della Sera: «Meloni ha una squadra da Serie C. Con Nanni Moretti rompemmo ma non per il bicchiere che ruppe a casa mia»

Mughini: «Berlinguer un comunista banale, Maradona il più grande calciatore napoletano»
archivio Image / Spettacolo / Giampiero Mughini / foto Clemente Marmorino/Image

Giampiero Mughini, prossimo all’ingresso nella Casa del Grande fratello, intervistato da Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera. L’intervista andrebbe pubblicata tutta, ovviamente non possiamo.

I suoi genitori si separarono.

«Una cosa che non succedeva mai: mariti e mogli si facevano le corna, ma restavano insieme. A Catania l’unico figlio di separati ero io. Pranzavo da mio padre tre volte al mese. Un giorno mi disse: lo sai che tua madre frequenta un altro uomo? Risposi: “Ne ha pieno diritto”. Avevo tredici anni».

Suo padre aveva fatto la marcia su Roma, vero?

«Così diceva. Ma parlando con il suo grande amico di Marradi, il paese dove era nato, mi sono convinto che fosse una vanteria. Poco importa: stava da quella parte».

«Pubblicare “Compagni addio” fu uno spartiacque. Positivo, anche se doloroso. Paolo Flores d’Arcais non mi ha più rivolto la parola. Nanni Moretti neppure».

Lei per Moretti fu anche attore. Si racconta che abbiate litigato quando lui, in questa casa così piena di oggetti preziosi da essere ribattezzata Muggenheim, ruppe un bicchierino da whiskey con cui giocherellava.

Mughini: «Nanni lo gettava in aria, lo faceva volteggiare, e lo riprendeva al volo. Prima volta: paf! Seconda volta: paf! Terza volta: crash! Ma non abbiamo certo rotto per questo, bensì per Compagni addio. Eppure, se oggi Nanni tornasse in casa mia, lo abbraccerei».

Maradona? Platini?

«Non sono stranieri. Maradona è il più grande calciatore napoletano. Platini è diventato grande in Italia».

Togliatti?

«Fu l’unico leader comunista a sopravvivere a Stalin. Lui, De Gasperi, Einaudi, Fanfani: giganti».

E la Meloni?

«Me la trovai davanti la prima volta che avrà avuto diciotto anni: non sbagliò una parola. Pure al governo ha iniziato bene; poi si è ingarbugliata. Anche a causa della sua squadra: se giocasse a calcio, sarebbe in serie C».

Berlinguer?

«Brava persona, comunista banale».

Perché?

«La questione morale, il proclamarsi superiori, è una banalità da terza elementare. È banale aspettare il golpe in Polonia del 1980, quarant’anni dopo Katyn, per proclamare la fine della spinta propulsiva dell’Urss».

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