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Pardo: «Nel derby il debutto assoluto della telecronaca “a tre”»

A Libero: «Con Stramaccioni e Ambrosini la possibilità di avere due punti di vista eccellenti. Difficile la gestione delle voci ma sarà stimolante»

Pardo: «Nel derby il debutto assoluto della telecronaca “a tre”»
Db Milano 02/12/2019 - Gran Gala' del Calcio Aic 2019 / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianluigi Pardo

Oggi è il giorno del derby di Milano, tutto il resto passa in secondo piano. Una tra Inter e Milan, questa sera sarà la capolista della Serie a dopo quattro giornate di campionato. Libero intervista Pierluigi Pardo, il telecronista che di derby ne ha commentati tanti e annuncia una novità per questa sera:

«Prima di tutto ci sarà il grande ritorno di Diletta (Leotta, ndr) a San Siro e la cosa ovviamente ci rende felici, e poi telecamere speciali con inquadrature aeree spettacolari, la novità della funzione Fan Zone per rendere il derby ancora più interattivo e la telecronaca “a tre”, già sperimentata in Spagna e Inghilterra e che invece da noi è al debutto assoluto».

In cabina di commento quindi saranno in tre. Pardo, Ambrosini e Stramaccioni:

«Io sono entusiasta. Avremo due ottime seconde voci che conoscono bene la magia di questa partita. Quello che più mi intriga non è tanto il passato nerazzurro o rossonero di Strama (Andrea Stramaccioni ndr) e Ambro (Massimo Ambrosini ndr) ma la possibilità di avere nella stessa telecronaca due punti di vista eccellenti e due peculiarità, una da allenatore, l’altra da centrocampista. Ci sarà un po’ di traffico nella gestione delle voci ma credo che sarà stimolante».

Il telecronista di Dazn è sempre stato un innovatore fin dai tempi di Tiki Taka:

«A Supertele ci divertiamo molto, credo che si veda. Ciro Ferrara e Luca Toni possiedono il dono dell’ironia. Merce rara. Da noi passano continuamente personaggi incredibili del mondo del calcio, icone della cultura e dello spettacolo. Vengono spinti soltanto dalla passione, non per promuovere il prossimo libro o il film ma per il puro piacere di parlare di calcio e confrontarsi con i propri idoli».

E ancora:

«Sarò sempre grato a Mediaset. Ho avuto grande libertà, ed è lì che ho cominciato a capire che c’era la possibilità di contaminare il calcio con elementi del mondo della cultura, dello spettacolo e della politica. Lo dico perché a distanza di anni questo mescolare i piani resta ciò che mi diverte più».

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