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Vado, l’ammazzo e torno, il tutto in sei minuti: il calcio chirurgico di Osimhen

Lecce-Napoli 0-4. Il nigeriano segna, non esulta ma regala rigori. Il pallone non è fratellanza. Il futuro dipenderà da quanti spifferi riuscirà a chiudere la società

Vado, l’ammazzo e torno, il tutto in sei minuti: il calcio chirurgico di Osimhen
Ci Lecce 30/09/2023 - campionato di calcio serie A / Lecce-Napoli / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: gol Victor Osimhen

Vado, l’ammazzo e torno. Il tutto in sei minuti. Osimhen ha trasformato il calcio in un’operazione chirurgica. In un’opera da professionisti. Chiamata, prestazione, fattura. Il primo tempo, a Lecce, se l’è guardato dalla panchina. Normale turn over, ha provato a tranquillizzare Garcia. Qualcuno ci ha creduto, qualcuno no. Anche perché nonostante le illusioni del Napoli (che fatica a comprendere come sia possibile che il mondo è più vasto della Tangenziale) la vicenda TikTok soprattutto all’estero continua a far parlare. E  Osimhen ci sembra tutt’altro che rincuorato dall’anglosassone comunicato del club. Ma poi, a pensarci, chi l’ha detto che le squadre di calcio debbano essere un luogo di fratellanza?

Lecce-Napoli è finita 0-4 con gol di Ostigard, Osimhen e nel finale Gaetano e Politano su rigore con concessione di Osimhen. 

Osimhen si è accomodato in panca. Garcia lo ha fatto entrare al 46esimo – sull’1-0 per il Napoli – al posto di Simeone. Sei minuti e Victor ha timbrato il cartellino. Cross telecomandato di Kvaratskhelia, proprio sulla testa del nigeriano che ha colpito il palo interno e gol. Nessuna esultanza – ci siamo abituati – intanto due a zero per il Napoli. A quel punto Victor sarebbe pure potuto uscire. Il lavoro lo aveva portato a termine. Se l’avesse sostituito, Garcia avrebbe ufficializzato il calcio a gettone. Quella sì che sarebbe stata una rivoluzione, altro che il portiere che tocca cento palloni a partita.

La realtà dei fatti è che il Napoli ha vinto a Lecce 4-0. Ha dilagato nel finale ma sostanzialmente non ha mai rischiato né tantomeno sofferto. Lecce che fino a oggi aveva messo paura a tutti, oltre ad aver battuto la Lazio. Qualcosina come al solito ha dato fastidio alla squadra di Garcia, soprattutto sui cambi di gioco degli avversari. Intanto però gli azzurri sono saliti a quota 14, a un punto dalle milanesi (che devono ancora giocare) e sono tornati nella zona alta della Serie A. Il Napoli ci sembra uscito dalla convalescenza. La stagione è lunga. Molto dipenderà non tanto dal campo ma da quanti spifferi la società riuscirà a chiudere. Al momento ce ne sono troppi aperti.

La stagione è lunga e Garcia deve aver pensato che senza il Mondiale in mezzo è meglio fare turn over, altrimenti si rischia di arrivare spompati alla fine. Proprio come lo scorso anno. E così Osimhen si è accomodato in panca. Insieme con Politano. Tutti titolari, invece, i tre di centrocampo, che martedì se la vedranno con la mediana del Madrid.

L’esclusione di Victor ha provocato qualche timore tra i tifosi, timore che però non ha trovato riscontro in campo. Il primo tempo è filato via liscio. Gol al quarto d’ora, finalmente su calcio piazzato. Proprio ieri L’Equipe ha scritto che la differenza più marcata tra il Napoli di Spalletti e quello di oggi, è rappresentato dalla differenza delle reti segnate su calcio piazzato: pochine finora. Ci ha pensato Ostigard con un colpo di testa su perfetto cross di Zielinski (che continua a muoversi con ispirazione leggerezza sul terreno di gioco). Col passare dei minuti, si è via via scongelato Lindstrom. Così come Simeone che ha sfiorato il raddoppio con tiro da fuori. Il Napoli, come spesso capita, ha sofferto le ripartenze del Lecce che per fortuna ha sempre sbagliato qualcosa in prossimità dell’ultimo passaggio o al tiro come Pongracic che quasi in area piccola ha incredibilmente sparato alto.

Di Osimhen abbiamo detto. All’ora di gioco fuori Lindstrom e Kvara e dentro Politano e Raspadori. Da segnalare c’è una papera di Meret su gol del Lecce poi annullato per fallo di mano. Natan sempre più sicuro, oggi Krstovic era un tipo poco raccomandabile. Anguissa imperiale e imperioso. Nel finale il terzo gol di Gaetano. E il quarto di Politano. Martedì arriva il Real Madrid.

P.s. i soliti dati sui palloni giocati hanno confermato la normalizzazione: per Lobotka 70 palloni giocati ed è uscito al 76esimo. Più di lui Di Lorenzo, Olivera e Anguissa che però hanno giocato tutta la partita.

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