Ha iniziato a precipitare quando ha commesso l’errore di pensare che tutto dipendesse da lui. Si guardo allo specchio e si dica cose difficili da accettare

De Laurentiis e la crisi del Napoli commentati da Alessandro Barbano condirettore del Corriere dello Sport.
Per ora c’è solo l’ottimismo della volontà, e bisogna farne tesoro. Sperando che da questo momento in poi il presidente sappia aggiungere pillole di ragione. Magari una alla volta, dopo ampia ponderazione. La prima da deglutire sarebbe un nuovo direttore generale, quello che manca al Napoli per essere una grande società. Naturalmente dipende da lui, dal luciferino presidente azzurro, e dalla sua capacità di guardarsi allo specchio e dirsi le cose più difficili da accettare. Ha vinto lo scudetto perché è riuscito a costruire un gruppo coeso e una strategia manageriale. Ha iniziato a precipitare quando ha commesso l’errore di pensare che tutto dipendesse da lui, e che le competenze di cui era circondato fossero attributi fungibili. C’è da sperare che, tra le grandi intuizioni da recuperare, De Laurentiis torni a pescare l’umiltà. Il Napoli ne ha tanto bisogno.
Conte era una utopia. Ma De Laurentiis l’ha sminata meglio di un artificiere, procurandosi l’atteso rifiuto.
Divergenze, già. Frequenti nella sua lunga carriera. E tutte per lo stesso motivo. Il continuo rinnovare la squadra con acquisti da cassa continua. Immaginate quante dissonanze De Laurentiis.
Dopo aver raggiunto un esoso accordo economico per l’allenatore ed il suo staff. E sopportato il costo dell’esonero di Garcia, da pagare per almeno un anno dopo soli 10 giorni di lavoro.
Le perplessità su Conte, le sue improvvise richieste di acquisti con relativi ultimatum e la cifra di ingaggio per lui e il suo staff bilanciavano tuttavia le garanzie di un allenatore indiscusso sul piano tecnico, ossessivo negli allenamenti e nella prova degli schemi che dirige dalla tribuna.
Attenti, però. Non c’è da assumere un allenatore ma da reinventare un diverso profilo di società.