Il ministro dello Sport al Messaggero prova la supercazzola sui nuovi stadi e sulla cabina di regia unica. «Purché succeda», come non si sa
Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha rilasciato un’intervista al Messaggero a proposito dell’ufficialità sugli Europei 2032 che si giocheranno in Turchia e Italia. A settembre il ministro aveva parlato di un progetto per la riqualificazione degli impianti sportivi in Italia, parlando anche dell’introduzione di un commissario (non straordinario) a gestire il tutto.
«È un progetto che dovrà avere come presupposto un metodo di lavoro applicato ovunque, pragmatico, organico, semplificato, per rispettare il valore del tempo, da sviluppare insieme ad altri Ministeri e gli enti del territorio, con le istituzioni calcistiche e i club interessati, aperto a incentivi pubblici e alla finanza privata. Vorrei contribuire a migliorare il capita infrastrutturale sportivo, ben prima del 2032, senza sprecare altre parole».
Il quotidiano insiste, vuole sapere di più sul progetto del commissario che ha trovato i favori di quasi tutti i club di serie A:
«Il mio pensiero e tutto il mio impegno sono concentrati sull’obiettivo. Ho ipotizzato anche la nomina di un commissario, da valutare a livello di Governo. Nel portafoglio dello opzioni bisogna saperne inserire più d’una. Il commissario, un fondo immobiliare ad apporto, la cessione dell’asset da parte dell’ente proprietario, un efficace utilizzo della norma che abbiamo migliorato un mese fa, la indispensabile collaborazione pubblico-privato. Purché succeda».
Il Messaggero rilancia: “candidatura congiunta occasione persa, forse era meglio candidarsi da soli”. A quel punto Abodi ritorna nel suo ruolo:
«La verità è che di stadi ne dobbiamo fare o migliorare ben più di 10. Questa assegnazione congiunta deve essere di stimolo. Il riconoscimento di questa opportunità è necessario per dare un valore, sportivo, sociale ed economico, a quello che comunque ci siamo conquistati».
La chiosa su Euro 2032:
«A questo punto, cogliamo l’attimo e utilizziamo bene il ruolo che ci è stato assegnato, con i suoi dignificati geopolitici legati anche alla promozione della cooperazione internazionale , utilizzando tutto le leva della diplomazia dello sport. Mai come in questa fase storica ne abbiamo bisogno».