Sul Corsport. Gli spagnoli arrivano nel momento più difficile per loro. Vinicius esce da un lungo infortunio e hanno un po’ di indisponibili
Il Napoli domina a Lecce ma la testa è già a martedì sera notte di Champions contro il Real Madrid al Maradona. Scrive Alessandro Barbano condirettore del Corriere dello Sport.
Otto gol in due gare e ti cambia l’umore. Non la vita. Perché la vita può cambiare solo martedì sera, quando arriva al Maradona il Real Madrid di Carlo Ancelotti. Quando il Napoli misurerà tre cose: quanto ha perso, se ha perso, la difesa nello scambio strutturale tra Kim e Natan e in quello congiunturale tra Rrahmani e Ostigard; come sta fisicamente e mentalmente Osimhen rispetto al suo potenziale; se i rincalzi Lindstrom e Cajuste sono adeguati a una squadra chiamata a lottare e a vincere in Italia e in Europa.
Gli spagnoli di Re Carlo arrivano nel momento più difficile per loro. L’attaccante di maggior valore, Vinicius, esce da un lungo infortunio, altre pedine importanti come Courtois, Militao e Güler sono da tempo indisponibili. Se il Napoli fa sua la partita del Maradona, la stagione si rimette nel verso che è lecito aspettarsi. Trattenere il fiato fino a martedì è anche l’occasione di tenere la bocca chiusa alle polemiche. L’espirazione ritardata farebbe l’esultanza di Osimhen più forte. Stiamo a vedere se accade.
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Con curiosità ho assistito alla prova del Napoli. Volevo capire se le tensioni che nell’ultimo periodo hanno infastidito l’ambiente erano reali. Devo ammettere che ho ammirato una squadra che, lentamente, sta tornando sui livelli della passata stagione. Il turnover iniziale, finalizzato all’impegno di martedì contro il Real Madrid, ha funzionato. L’abbraccio tra Kvaratskhelia e Osimhen è uno spot perfetto che racconta come il gruppo sia unito e desideroso di raggiungere altri importanti traguardi. In generale il Napoli ha saputo fare un buon pressing, anche se forse deve aumentarlo, e ha avuto la forza di tenere sempre la partita in mano. Ora ci si domanderà: riuscirà la squadra di Rudi Garcia a raggiungere, in termini di bellezza e di risultati, quella di Spalletti? Rispondo che dipende soltanto da loro, dai giocatori. I quali, se sapranno mettere da parte gli umani egoismi, possono davvero stupire.