“L’inglese è stato un enigma indecifrabile per la difesa del Napoli, ormai il Madrid scorre unto da lui, va al suo ritmo”

“Quando ti raccontano delle partite del Real Madrid la domanda non è più «Ancora Bellingham?», ma «come ha fatto Bellingham questa volta?». E così passano i giorni, con nove vittorie in dieci partite. Questa squadra in formazione ora appare più armata, sempre attorno all’inglese, cannoniere, assistente, recuperatore”. El Paìs legge la vittoria del Real a Napoli nell’evidenza di un solo enorme protagonista: Bellingham.
E come non potrebbe essere altrimenti. “L’inglese – scrive El Paìs – è rapidamente arrivato a quel punto in cui compaiono improvvisamente paragoni con i geni. A Napoli, nel tempio di una delle divinità più selvagge della storia del calcio, correva con il controllo di chi si muove nel suo giardino. Fino a quando, con un vago omaggio, ha ricordato al mondo che tutto ciò stava facendo parte del complotto di Maradona. Ha raccolto la palla quasi al centro del campo e, dopo aver attraversato i difensori perplessi, ha segnato. Il tragitto è stato più o meno maradoniano; l’esecuzione, piuttosto zidanese: il passo, così lungo, così superiore, rispetto al puntinismo della falcata dell’argentino, i suoi passi come pizzichi. Ha superato e schivato in campo aperto, per poi dribblare in uno spazio minuscolo già in area, ancora chiaramente in grado di colpire la rete”.
El Paìs parla anche del Napoli: “Niente come previsto ha funzionato per gli italiani. Osimhen è stato seguito da vicino da Nacho, anche quando si è annoiato ed è venuto a cercare gioco vicino al centro del campo. Avevano sotto controllo Kvaratskhelia tra Valverde e Carvajal, che lo avevano già disattivato qualche settimana fa con la Spagna a Tibilisi”.
Invece “Per il Real tutto scorreva unto da Bellingham, enigma mobile indecifrabile per la difesa del Napoli”. Ormai il Real va “al ritmo di Bellingham”.